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Mi sono avvicinata a questo titolo con tantissima curiosità, pur non avendone mai sentito parlare, però purtroppo l'ho trovato un po' deludente... Cardoso ci fornisce tantissimi spunti di riflessione interessanti e una marea di informazioni ma il problema è che secondo me lo fa in modo confusionario, tanto che soprattutto all'inizio ho fatto fatica a seguire il filo del discorso a volte. Essendo una studentessa di lingua e cultura portoghese, mi era già capitato di studiare le vicende dolorose di questa ex colonia e se io ho avuto qualche difficoltà, immagino quanto il testo possa risultare ostico per chi della storia di questa piccola parte del mondo sfruttata, maltrattata e abbandonata non ha mai letto. Timor Est era l'estrema propaggine del cosiddetto "impero ultramarino" portoghese resasi indipendente assieme alle altre colonie nel 1974, ma immediatamente invasa dall'Indonesia che per decenni si è resa responsabile di un vero e proprio genocidio nei confronti della popolazione locale, uno sterminio dinanzi al quale il resto del mondo per troppo tempo è rimasto muto ed immobile. Timor ha ottenuto l'indipendenza solo nel 2002 ed è tutt'ora uno dei Paesi più poveri al mondo. Qui Cardoso ci parla di tante cose, si sente l'eco di quella madrepatria agognata che si è comportata da matrigna nei confronti dei timoresi, ci sono suggestive descrizioni della natura meravigliosa dell'isola, della società, ci viene spiegata la nascita dei primi movimenti di indipendenza, il sogno di molti ragazzi di raggiungere Lisbona, il ruolo dei missionari nell'educazione dei giovani e nella diffusione della lingua e cultura portoghese, la presenza di lingue indigene, la semplicità e la povertà della vita, però avrei preferito più chiarezza e anche un numero maggiore di pagine per approfondire ulteriormente questa terra per me estremamente affascinante. Cercherò altre letture riguardanti questa tematica!
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