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L' italiano che resta. Le parole e le storie
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L' italiano che resta. Le parole e le storie - Gian Luigi Beccaria - copertina
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italiano che resta. Le parole e le storie

Descrizione



I come Italiano. Tra giravolte e divagazioni, frugando al suo solito tra memoria e presente delle parole, Beccaria affronta alcuni dei temi piú attuali dell'italiano che resta, che verrà o che è stato.

Con garbo nella scrittura e rigore nell'indagine, Gian Luigi Beccaria ci accompagna tra le pieghe delle parole, sottolineando l'elemento permanente di quell'organismo mutevole che è una lingua. Della nostra, rileva il filo rosso dell'eredità classica che ne ha foggiato la consistenza stilistica. Sino a ieri la lingua letteraria procedeva attraverso libri fatti coi libri; ora lo scrittore fa di meno i conti con la tradizione: cinema, televisione, l'oralità, determinano la sensibilità generale verso la scrittura. Si osserva un evidente processo di «mondializzazione», che sembra uniformarsi verso standard universali riconoscibili ovunque. L'autore sviluppa anche il tema della bellezza intrinseca che possiedono le parole «abbandonate», ma soprattutto affronta polemicamente punti chiave della vita civile attuale: gli slogan, il deteriorarsi della vita politica, i problemi della scuola e degli studi umanistici, le nostre provinciali inclinazioni esterofile, la crisi della lettura attenta e consapevole.
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Dettagli

2016
30 agosto 2016
VI-215 p., Brossura
9788806231286
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Indice


Indice

Parte I. Italiano, tra libertà e norma
I. Italiano, la grande bellezza
II. Lingua libera?
III. Ma ci è venuta a mancare la parola
IV. Abbiamo tuttavia vocaboli e vocabolari
V. ... e tanti scrittori «odorosi ed ispidi»
VI. E scrittori/critici o critici/scrittori
VII. Per un elogio della lettura
VIII. ... e di una scuola possibile
IX. La fucina casalinga
X. Eccellenze smarrite e logiche del mercato
XI. Prove scolastiche
XII. Carenze
XIII. L'errore, l'errare: frugando tra ortografie e accenti
XIV. Regolarizzare, uniformare, estirpare o lasciar vivere?
XV. Parole che vanno, parole che vengono
XVI. Parole che vengono, parole che vanno

Parte II. «Il turbo e il chiaro»
I. Anche i muri parlano
II. Le parole della politica
III. Ma preferiamo parole «chiare»
IV. Salvo che in letteratura
V. Dove estraneità e sovraccarico sono concessi
VI. Chiarezza/leggerezza e qualche convergenza tra letteratura e scienza

Parte III. Forme della lontananza
I. Sicuterat
II. Canti popolari di un tempo
III. Etimi e storie dietro l'angolo
IV. Tra nomi di strade, palazzi e luoghi
V. Ciò che resta
VI. Il perduto

Indice analitico

Conosci l'autore

Gian Luigi Beccaria

1936, Castiglione Saluzzo (CN)

Linguista e critico italiano, insegna storia della lingua italiana all’università di Torino. È accademico della Crusca e collabora con numerosi periodici e con «La Stampa». Nella sua vasta produzione si è occupato di lingua italiana antica e moderna, di prosa e poesia, di letteratura colta e popolare, di dialetto e linguaggi settoriali contemporanei. Tra le sue opere: Ritmo e melodia nella prosa italiana (1964), L’autonomia del significante (1975), il saggio su Beppe Fenoglio La guerra e gli asfodeli (1984), Italiano. Antico e nuovo (1988), Le forme della lontananza (1989), I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole scomparse (1995), Viaggio alla ricerca del vocabolario dell’ormai scomparsa cultura contadina, Sicuterat (1999), Elogio...

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