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Presente nel romanzo, nel racconto e nella poesia, la città come sistema di segni e come mito, ma anche come realtà storica, costituisce uno dei centri dell'immaginario della modernità. I contributi raccolti in questo volume ne studiano le declinazioni in area francese, spaziando, per citarne soltanto alcuni, dalla satira cinquecentesca della città come "culla del vizio e della nullafacenza" (Valerio Cordiner), alla Parigi in crescita del secentesco Scarron (Flavia Mariotti); dalle ambivalenze verso la metropoli degli autori del secolo dei Lumi (Delia Gambelli), alle visioni urbane dei simbolisti (Elisabetta Sibilio), di Proust (Daria Galateria), di Camus (Anna Jeronimidis). Un ruolo di spicco spetta naturalmente a Baudelaire. Gabriella Violato esplora le sue due Parigi in costante tensione: da un lato quella disforica dei Fiori del male , percepita come un labirinto di nebbia e di fango, la cui crudeltà finisce per contaminare il poeta; dall'altro quella euforica dei testi in prosa, dominata dalla luce e dal colore, e consacrata, nella sua singolare bellezza, dallo sguardo del "pittore della vita moderna". A un viaggio temporale e letterario insieme ci invitano infine le pagine di Anna Maria Scaiola, che seguono le metamorfosi del quartiere delle Halles dalla metà dell'Ottocento a oggi. L'intrico di vicoli fangosi e di osterie sotterranee descritto da Gérard de Nerval, si trasforma, con l'edificazione dei padiglioni in ferro di Baltard, nel paesaggio a un tempo aereo e modernista in cui Zola situa Il ventre di Parigi . Cent'anni dopo, l'opera di Baltard è rasa al suolo e dal "buco" dei primi anni settanta, in cui Ferreri gira Non toccate la donna bianca , sorge il Forum, esemplato sui centri commerciali americani. Eppure, di trasformazione in trasformazione, dalle pagine romantiche di Hugo e di Nerval a quelle di Simenon e dei polizieschi contemporanei, le Halles conservano, ci dimostra Anna Maria Scaiola, una loro spaesante identità di "città nella città" , sotterranea ed eversiva, impenetrabile, oscura e segretamente ribelle.
Mariolina Bertini
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