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Due racconti che fanno leva sugli impulsi ecologisti (Jacaré) o anti-dittatura (Hot line) del lettore, con personaggi inverosimili e trame sconclusionate. Per chi conosce un po' l'America Latina e il Cile, una semplificazione di problemi sociali e politici che sta tra il ridicolo e l'offensivo.
Davvero bello, non c'è che dire
"Jacaré" di Luis Sepúlveda è un racconto non solo avvincente e da leggersi tutto d'un fiato, ma anche che permette a noi occidentali di capire che un modo per fermare la distruzione dell'amazzonia e dei suoi abitanti esiste: boicottarne i fautori.
Recensioni
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«Un intellettualoide ha scritto un articolo incolpandoci dei massacri di indios, ma nessun disgraziato menziona il fatto che noi produciamo ricchezza, che creiamo migliaia di posti di lavoro.»
Ancora una volta troviamo Sepúlveda alle prese con il genere noir, con indagini e omicidi, con personaggi da cronaca nera. Tutto senza dimenticare altri temi a lui cari, come la difesa dell'ambiente, la battaglia per i diritti umani, la lotta contro l'oppressione politico-militare. Il tutto sviluppato nelle righe di due racconti lunghi, Jacaré e Hot Line.Nel primo, ambientato in Italia, il commissario Arpaia si trova a dover indagare su una morte "sospetta": il proprietario di una grande azienda, le Pelletterie Bruni, muore improvvisamente a Milano poco prima di un incontro pubblico. La popolarità del personaggio, i dubbi subito espressi dalla figlia Ornella, l'esistenza di una polizza d'assicurazione sulla vita stipulata dalle Assicurazioni Elvetiche per un milione di franchi svizzeri a favore di un non meglio definito Manaí, residente in Pantanal: tutto concorre a far dubitare della morte naturale e a propendere subito verso la possibilità di un assassinio. A fianco di Arpaia entra in gioco Dany Contreras, detective delle Assicurazioni (esule cileno che da lungo tempo lavora in Svizzera) che intende ricercare la verità, non ignaro del fatto che se verrà provato l'omicidio, parte del premio risparmiato dalla compagnia arriverà alle sue tasche. Molti i personaggi che incontreranno sia Arpaia che Contreras: il socio di Bruni, Carlo Ciccarelli, invalido, cieco e costretto sulla sedia a rotelle (presente al momento della morte dell'imprenditore), lo stregone della tribù degli anaré, il famoso Manaí (sulla cui esistenza... è meglio non anticipare nulla), strani uomini che soffiano frecce avvelenate in piccole cerbottane...
Tutto ciò ha a che vedere con l'uccisione degli jacaré, piccoli alligatori in via di estinzione, le cui pelli sono ricercatissime sul mercato occidentale? E quali rapporti legano gli italiani coinvolti con gli abitanti indios di tribù anch'esse destinate alla fine?
Al primo colpo d'occhio non possiamo non notare che uno dei protagonisti di questo nuovo racconto dell'autore cileno è omonimo del giornalista e scrittore Arpaia, come lui stesso ha del resto sottolineato in un articolo apparso il 4 maggio su «La Repubblica». Nella migliore tradizione sudamericana, Sepúlveda colloca all'interno delle sue trame personaggi tratti dalla realtà (almeno anagraficamente). Un divertissement anche per i diretti interessati e un gioco "a incastri" che include non solo amici e collaboratori, ma anche altri autori e altre opere: il capitolo finale del racconto ha per titolo Triste, solitario y final, come il celebre romanzo di Osvaldo Soriano.
A Jacaré, testo inedito, segue un altro racconto di Sepúlveda, Hot Line, già apparso a puntate sul «Corriere della Sera» nel 1998. Qui le radici sudamericane dell'autore si liberano con maggior forza dalla terra europea che le ricopre nel precedente racconto, e la politica riappare, anche se solo "di sguincio", con collegamenti al golpe militare, alla dittatura e alla repressione. Anche in Hot Line il protagonista è un ispettore di polizia (George Washington Caucamán), ma questa volta è un cileno di origini mapuche, trasferito a Santiago dopo aver fatto l'errore di impallinare il fondoschiena del figlio di un potente generale. L'inchiesta in cui si trova coinvolto verte inizialmente su un giro di telefonate erotiche, ma avrà risvolti inaspettati, legati a un'etica di fondo che è quella da sempre espressa e sottolineate da Sepúlveda, in ogni sua opera.
A cura di Wuz.it
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