Recensioni Just kids
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Un'autobiografia di un pezzo di vita della grande Patti Smith e, di rimando, anche di una visione da vicino di Robert Mapplethorpe. La parola chiave che userei per descrivere questo libro è DOLCEZZA; il suo modo di scrivere, di raccontare, la sua saggezza, la sua passione, la sua calma... tutti tratti che emergono. Solo un po' lento e smarrito nella parte centrale (probabilmente riflette come si sentiva lei stessa in quel periodo). Spiazzante e malinconico a tratti, serafico e ricco di vita.
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Un memoir, ma anche la storia di un grande amore e di una grande amicizia e sopratutto un affresco di uno dei momenti più affascinanti della musica americana. Una Patty Smith ancora agli esordi, che scappada Chigaco e incontra un Robert Mapplethorpe ragazzino che le cambierà la vita. La storia del loro amore, della loro crescita artistica: dal primo miniappartamento senza mobili alla camera 204 del Chelsea Hotel: sullo sfondo una New york che si riesce quasi ad annusare e gli incontri con quelli che saranno i mostri sacri della musica americana. Questo libro è un viaggio intenso e indimenticabile. Da leggere mettendo su il bel vinile Horses della Smith!
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“Quel giorno scattó dodici fotografie in tutto. Dopo qualche giorno mi mostró i provini. Questa ha la magia, disse. Ancora oggi, quando la guardo, non vedo me stessa. Vedo noi.” Patti e Robert a New York: Just kids
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Un libro che é prepotentemente entrato nell'Olimpo dei miei preferiti perché sa parlare al cuore. Patti Smith si confessa e racconta un importante periodo della sua vita, personale ed artistico, in modo dolce e delicato. Un lungo flashback, con la New York della fine degli anni '60 da sfondo ad una storia d' amore e di rispetto reciproco. Robert Mapplethorpe svelato nella sua fragilità ed immensa voglia di seguire il proprio sogno a qualsiasi costo. Un libro di ricordi e memorie che fa ardentemente desiderare di averli vissuti in prima persona.
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Conoscevo poco Patti Smith, e ancor meno Robert Mapplethorpe, ma la lettura di questo libro è stata una vera scoperta. Mi ha fatto conoscere e rivivere (all'epoca ero bambina) l'atmosfera degli anni '60 e '70. Solo nella parte centrale ho trovato il testo in po' ripetitivo, ma la storia mi ha commosso. Ai grandi miti della musica di quell'epoca la vita non ha risparmiato dolori e umane fragilità, ma l'amore per l'arte li ha resi vincenti. Consigliato a chiunque voglia sapere qualcosa in più di quegli anni e dei due grandi artisti.
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Conoscevo ed apprezzavo Patty Smith come cantante, ma devo ammettere che, dopo aver letto questo libro, la preferisco, se è possibile, come scrittrice. Ho iniziato a leggere Just Kids con un po' di scetticismo, ma ho dovuto ricredermi immediatamente: lo stile di scrittura è ineccepibile e la trama dolce e appassionante. Dalle parole dell'autrice riemergono episodi di vita ordinaria e straordinaria vissuti accanto al suo amico e (forse mai dimenticato) amante Robert Mapplethorpe, ed insieme alle pagine scorrono lievi emozioni e dolcezze che, in fondo, appartengono ad ognuno di noi.
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Un'autobiografia (di Patti) che è anche...una biografia (di Robert). Un libro molto bello sui legami viscerali, ma ancora di più un grande stimolo su chi cerca se stesso e la propria arte, la propria necessità di esprimersi. Toccante, come la vita stessa della Smith.
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Un'autobiografia che è, allo stesso tempo, anche la biografia dell'amico/compagno/amante della Smith. L'inizio, legato all'adolescenza della "cantantessa" ed ai suoi primi anni nella stimolantissima città di New York accanto alla sua "metà" Robert rimane, secondo me, la parte migliore del libro: scritto bene (d'accordo, lo leggiamo in traduzione...)ed appassione come un vero e proprio romanzo; poi, ci si perde un po' in qualche pasos che appesantisce la lettura, ma il finale torna ad essere toccante ed accattivanente come le prime pagine. Da leggere non solo per gli amanti del rock.
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Un'autobiografia di un amore tossico, virale e a tratti struggente da un lato. Solare , floreale e vivo dall'altro. Ma nell'unione di Smith e Mapplethorpe, che appaiono come ossimori, il tutto si accomuna e si arricchisce di passione, arte, poesia e fotografia. Da leggere assolutamente. Una storia di altri tempi, che vale per l'eternità.
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Non mi trovo completamente d'accordo con la recensione precedente. Certo non definirei questo libro un capolavoro, ma è stata comunque una lettura molto piacevole, piena di spunti e riferimenti per approfondire la conoscenza della scena culturale della New York di quegli anni. Ho apprezzato di più la prima parte rispetto alla seconda, forse un po' troppo veloce e anedottica. Davvero appassionante la descrizione del rapporto tra Patti e Robert, così poco etichettabile all'interno dei soliti canoni.
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Davvero un piccolo libro. La poetessa del rock, per fortuna di tutti noi appassionati, è stata assi più rock che poetessa e, a giudicare da questo modesto racconto degli anni giovanili, bene ha fatto a non cimentarsi troppo neppure con la prosa (se poi la traduzione ci mette del suo....). Non il voto minimo perchè chi ha creato, cantato e suonato un disco come Radio Ethiopia merita indulgenza, ma questa ingenua e irritante sequenza di luoghi comuni bohemien, tra loft e pittorucoli sensazionali ma incompresi, amici tossici e celeberrimi poeti mai sentiti, passaggi fugaci di beatnik programmaticamente stravaganti e sesso alternativo, l'immancabile factory di Andy Wharol (ma ci sono passati proprio tutti!!) e citazioni di Nietsche e di tanti altri, regala solo tanta tanta noia.
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