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Tornano i Bon jovi con un nuovo album, look rinnovato e un sound più soft. Addio quindi alle chiome fluenti, capelli corti da "bravi ragazzi" sembra la scelta della band per gli anni '90. Il disco è sicuramente il più europeo scritto fino ad allora ed infatti in America riscuote poco successo. "Keep the Faith" esce a quattro anni da "New Jersey" e la maggior parte delle canzoni sono state scritte interamente da Jon Bon Jovi, il sound più soft rispetto a "New Jersey" e "Slippery" rispecchia la maturità musicale raggiunta, anche se secondo molti diventano sempre più commerciali. "Keep The Faith" segnala una svolta musicale nello stile della Band. Agli inizi degli anni '90 gruppi come Guns N'Roses e Nirvana oscuravano il rock dei Bon Jovi, così Jon e il suo gruppo optarono per la realizzazione di un album più contemporaneo, senza dimenticare il tipico stile della band e le persone che avevano comprato i precedenti album. Tra i brani più interessanti: "If Was Your Mother", "In These Arms", "I Believe" e "Keep The Faith" tra quelle più rock; "Dry County" e "Bed Of Roses" tra le ballate.
Keep the Faith, ovvero il coraggio di essere ottimisti senza abbassarsi ai livelli di Tonino Guerra (“Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!”). Scherzi a parte, è strano che un disco così bello non abbia ancora avuto una recensione. Era il 1992: la morte del grande Freddie Mercuy aveva segnato la fine dei ruggenti e scanzonati anni ’80, la scena rock era dominata dai cattivi e incattiviti Axl Rose (coi rabbiosi Guns’N Roses) e Kurt Cobain (coi suoni sporchi, aggressivi, in una parola grunge, dei Nirvana). Jon Bon Jovi, con la sua faccia da bravo ragazzo, sembrava roba vecchia. Nel ’90 aveva pubblicato Blaze of Glory (colonna sonora del film Young Guns II), ma con la band era inattivo da quattro anni. Inoltre voci di dissapori col chitarrista Richie Sambora facevano temere un imminente scioglimento. Invece eccoli dare un taglio al look da tamarri anni ’80 (niente più parrucche e pantaloni in spandex) e tornare con quest’album profondamente “bonjoviano”, ma al tempo stesso originale. Keep the Faith ha segnato la svolta verso un sound che non è ancora il pop leggero dei loro ultimissimi lavori, ma vanta comunque testi più maturi e un rock meno martellante e festaiolo rispetto agli album del decennio precedente (come il celebre Slippery When Wet). La title track non riscuote un grande successo, ma Bed of Roses sì (ed è probabilmente la migliore love ballad tra le tante che hanno scritto, romantica ma non mielosa), così come l’accattivante In These Arms Tonight (tre brani inseriti poi nel best of Crossroad), e le vendite salgono da sei a dodici milioni di copie. In un epoca dove il pessimismo era di moda, i Bon Jovi hanno guardato avanti come a dire ai fan: “OK, tante cose non vanno, ma possiamo rimboccarci le maniche e porre rimedio.”. Keep the Faith !
Recensioni
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