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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2005
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Lucida analisi del complottismo. Daniel Pipes ricostruisce i meccanismi razionali ed irrazionali che portano anche persone intelligenti a credere in fumosi complotti per giustificare una realtà diversa da quella desiderata. Pipes dimosra come anche personaggi insospettabili mostrano la loro cecità ed ostinazione a ricondurre tutta la storia dell'umanità ad un complotto demo-pluto-giudaico-massonico. Consigliato vivamente a chi prende sul serio X-files e Noam Chomsky.
Recensioni
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Direttore del Middle East Forum di Washington, Daniel Pipes spiega che le teorie del complotto presero forma negli anni della Rivoluzione francese, divennero presto autoreferenziali e si rivolsero soprattutto contro chi promuovesse "ideali", come gli ebrei, i britannici, i massoni, gli americani. Si affermarono in virtù della loro consequenzialità logica. Sono molto diffuse e pericolose. Peraltro, Pipes non attua molti distinguo. Chi ritiene l'Aids creato in laboratorio per uccidere i neri deve essere per forza parente stretto di chi ritiene che jfk sia stato ucciso da più cecchini? Qui per di più l'autore stesso indica - complottisticamente - in una "rete di attivisti" di sinistra i responsabili delle errate teorie sui fatti di Dallas ancora oggi popolari; lo stesso accade per la sua lettura dell'attentato a Reagan. Questo anche perché Pipes sembra giudicare credibile un complotto solo allorché si configuri come un insieme di sforzi attuati non democraticamente, anche da una massa di individui , per un fine politico (ai suoi occhi, "destra e sinistra" hanno in comune "la tendenza alla violenza"). Ciò falsa il quadro dell'analisi. Marx e Lenin? Complottisti, perché fomentavano la rivoluzione mondiale. Hitler? Salì al potere grazie a un "complotto". La guerra del 1939-45? Scoppiò a causa del "complotto nazista" per dominare il pianeta. Inoltre, nella foga di smontare le tesi di Chomsky e altri, Pipes dimentica ora la strategia della tensione in Italia, ora i falsi dossier sulle armi di distruzione di massa irakene o sull'ambiente prodotti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti per motivare l'aggressione all'Iraq.
Daniele Rocca
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