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2 voll. in 8, pp. XXXIV + 440; (4) + 502 con 4 tavv. in lit. piu' volte rip. f.t. Alcune cc. si presentano brunite. Br. ed. con lievi danni. Importante e raro saggio che anticipa di due anni quello di Beaumont et Tocqueville. La traduzione francese parte dal presupposto che la Francia sia ancora arretrata per cio' che riguarda il miglioramento delle condizioni dei detenuti durante la loro redenzione. Julius parla della nascita della 'societa' disciplinare', laddove la disciplina non si identifica con una specifica istituzione o apparato, ma rappresenta un tipo di potere che puo' essere esercitato attraverso vari strumenti (penitenziari, case di correzione, istituti di educazione, ospedali). In una societa' in cui gli elementi principali non sono piu' la comunita' e la vita pubblica, ma lo Stato da una parte e il singolo individuo dall'altra, quest'ultimo esercita di giorno in giorno un'influenza sempre crescente, costruendo e organizzando quegli edifici destinati a sorvegliare la moltitudine degli uomini. 'Il lavoro, alternandosi al pasto accompagna il detenuto fini alla preghiera della sera [...] e' cosi' che si succedono le settimane i mesi gli anni; cosi' il prigioniero che al suo arrivo era un uomo incostante [...] diviene a poco a poco [...] cosi' familiarizzato col lavoro [...] che potra' esserte esposto con maggior confidenza alle tentazioni cui il recupero della liberta' lo sottoporra''. Per Julius si trattava di un processo storico gia' compiuto, mentre Bentham nel suo Panopticon lo aveva descritto come un programma tecnico. Inoltre Julius, parlando del principio panoptico, diceva che vi era in esso ben piu' di una ingegnosita' architettonica: era un avvenimento nella storia dello spirito umano. L?antichita' era stata una civilta' di spettacolo. L?eta' moderna pone il problema inverso: procurare ad un piccolo numero o persino ad uno solo la vista istantanea di una grande moltitudine. Cfr. Foucault, Sorvegliare e punire, pp. 262 e 236.Du systeme penitentiai
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