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Seguaci e avversari della legge naturale riconoscono che nella sua tradizione si ritrovano quei valori morali su cui si è edificata la cultura giuridica occidentale. Tuttavia oggi questa gloriosa tradizione non solo è misconosciuta, ma – quel che è peggio – è gravemente fraintesa dagli studiosi del diritto. L'immagine più diffusa della legge naturale è quella di un sistema di norme che sono tratte dalla natura umana e che si pongono in aggiunta, competizione o conflitto rispetto a quelle dettate dalla volontà umana. John Finnis dimostra in questo libro che questa configurazione della legge naturale è falsa sia sul piano storico, sia sul piano teorico.L'opera che qui presentiamo all'attenzione del lettore italiano unisce due pregi difficilmente conciliabili: da una parte una profonda conoscenza della storia del giusnaturalismo e, dall'altra, una brillante capacità di far interagire le sue tesi tradizionali con il dibattito della scienza giuridica contemporanea. La legge naturale viene presentata come collegata ai princìpi della ragione umana quand'essa è rivolta alla guida delle azioni. Parlare della legge naturale diviene così parlare della stessa ragionevolezza pratica propria di tutta l'impresa giuridica e morale. In questo senso si può dire – e Finnis lo dimostra efficacemente – che la problematica della legge naturale è in buona misura ineliminabile e la si ritrova spesso sotto altri nomi e sotto altre vesti, senza, però, che si sappiano o si possano mettere a frutto gli insegnamenti del passato.Questo volume, che può benissimo essere considerato come un' introduzione allo studio del diritto e come un manuale di filosofia del diritto, è usato come libro di testo in molte università inglesi, a dimostrazione del carattere non partigiano delle sue tesi principali sul diritto e sulla morale.
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