Lettera a una professoressa
- EAN: 9788889264010
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15/07/2020 19:29:08
Fin dalle prima pagine “un pugno nello stomaco” che obbliga a chiedersi che tipo di insegnante si vuole essere. Pur dovendolo contestualizzare negli anni in cui è stato scritto, contiene grandi verità e importanti spunti di riflessione, sempre attuali. È un libro che ogni insegnante dovrebbe leggere, ma anche ogni giovane studente, sarebbe bello se tutti noi fossimo contagiati da tanta passione!
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12/05/2020 08:53:36
Veramente meraviglioso, l'ho letteralmente divorato. Questi sono gli insegnamenti da dare, questo è ciò che la scuola dovrebbe fare: non lasciare indietro nessuno. Consigliatissimo per gli insegnanti!
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11/05/2020 22:06:51
Un testo fondamentale per chi si occupa di scuola e di formazione dei ragazzi. Oggi più che mai occorre fare tesoro delle parole di Don Milani e insegnare che "il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia".
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11/05/2020 15:17:55
primo libro che ho letto per il mio primo esame universitario. nonostante il periodo storico in cui viene scritto, sempre attuale. consigliata la lettura al termine del ciclo scolastico medie/superiori.
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05/12/2019 16:20:14
La Bibbia di ogni aspirante insegnante. Un'opera che a distanza di cinquant'anni ha ancora tanto da dire, insegnare e mettere in discussione. Ciò che purtroppo colpisce è che, nonostante il passare del tempo, la scuola di oggi non sia poi così diversa da quella di allora. È ancora un ospedale che cura i sani e respinge i malati, un luogo poco ospitale per i Gianni, una fortezza per i Pierini ...
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22/09/2019 08:24:24
C'è sempre un qualcuno, che fuori dal coro, si evidenzia nei modi e nei termini che gli sembrano giusti, e che lapidariamente, come segnalato, giudica a prescindere. E' bene che ci siano anche questi cori che, contrariamente al loro intento, aiutano invece a sostenere e ad apprezzare valori e lavori che oggi, in una contemporaneità pressapochista, è difficile incontrare.
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12/06/2019 10:06:01
Imprescindibile. Ogni ragazzo dovrebbe leggere questo libro, così come ogni insegnante, e ognuno deve mettersi in discussione. Citerò due dei tratti che più mi sono rimasti impressi del libro: "Le lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all'infinito. I ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro." Nonostante l'ambigua definizione di ricco e povero, che non sono classi sociali, mi sembra in linea con il fatto che sia una frase scritta da un alunno. E un'altro, bellissimo, tratto, sulla differenza tra equità e uguaglianza: "La più accanita protestava che non aveva mai cercato e mai avuto notizie sulle famiglie dei ragazzi: «Se un compito è da quattro, io gli do quattro». E non capiva, poveretta, che era proprio di questo che era accusata. Perché non c'è nulla che sia ingiusto quanto far le parti eguali fra disuguali."
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06/08/2018 18:08:50
Sempre molto attuale per le tematiche affrontate: davvero interessante.
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26/06/2017 12:46:54
È forse il testo più importante per la scuola italiana, per la pratica per lo spirito che lo anima, molto più di tanti testi teorici. Profetico e umano come nessuno prima dopo. (Il commentatore negativo sopra dubito abbia capito di cosa tratta)
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25/06/2017 21:19:03
Invito Piero a rileggere il libro e a riflettere prima di esprimere sentenze lapidarie. Libro consigliatissimo a tutti gli educatori.
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04/02/2015 18:22:09
Il libro è letteralmente infarcito di errori morfo-sintattici. Certi supposti educatori potrebbero, prima di educare gli altri, imparare a scrivere? Poi, non credo che si educhi raccontando frottole. Certe "statistiche" non si capisce dove saltino fuori: qual è la fonte? Dice di una certa legge: invita a non bocciare alle Elementari. Una mia alunna ha controllato: la legge in questione parla dei vari gradi d' istruzione e non dice nulla sulle bocciature. La "scuola" di Lorenzo Milani era una scuola privata non riconosciuta, quindi poteva gestirla come credeva. Pretendere, però, che tutte le Commissioni di Maturità d' Italia diano un diploma ai suoi geniali alunni, altrimenti scarica su una professoressa la sua ira a mezzo stampa, mi pare assurdo. Poteva, se voleva, fare ricorso: se ne è guardato bene. So, perché me lo ha detto un suo allievo, che insegnava che nel 1941 il Giappone fu provocato dagli Stati Uniti. Pearl Harbour, tipico esempio di provocazione statunitense. Per quanto mi riguarda, poteva scrivere anche che Hitler fu provocato dalla Polonia. Aggiungo, però, che non è corretto scrivere "aradio" per "radio", come trovava normale Lorenzo Milani: diceva che altrimenti si sarebbe fatta una discriminazione basata sulla lingua, dicriminazione che secondo lui sarebbe proibita dalla Costituzione.
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03/07/2012 11:26:01
L'ho appena finito di leggere. E' un testo definitivo sulla scuola in Italia e non soltanto riguardo agli anni in cui è stato composto: mostra quelli che sono i nodi insoluti sia della scuola degli anni '50 e '60 sia della scuola di oggi. E mostra quei nodi dal punto di vista degli studenti in una sorta di dialogo immaginario con una docente, in un modo che più limpido non si potrebbe. Consigliatissimo.
