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Un grandissimo atto d'amore nei confronti del Teatro filtrato attraverso l'umanità dell'ultimo vero grande regista italiano del '900. Un testo estremamente toccante per chiunque del Teatro abbia fatto la sua passione.
Recensioni
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scheda di Vindrola, A. L'Indice del 2000, n. 09
C'è un passo di una lettera di Strehler a Ivo Chiesa, del 1950, che Giovanni Raboni ricorda nella sua prefazione: "Cosa si può dire di un regista, di un uomo di teatro che è morto? Perdio, bisognava lasciargli fare il teatro meglio quando era vivo". Strehler si riferiva alla scomparsa di Charles Dullin, ma certo avrebbe sottoscritto queste parole, a distanza di decenni, anche per sé. Perché ripensare oggi a Strehler certo significa rievocare un'idea di teatro e spettacoli ancora emozionanti, ma inevitabilmente porta a ripercorrere la vita del Piccolo Teatro di Milano e le traversie e gli scontri fra l'amministrazione milanese e il regista. Un'idea deviante, nell'affrontare questo epistolario, che restituisce piuttosto il continuo "sentire il teatro" di Strehler, un'appassionata concentrazione sul senso dell'arte che emerge in ogni lettera, siano indicazioni per i costumi o lettere d'amore alla moglie Andrea Jonasson, una polemica su "lingua e birignao" condotta sul quotidiano "Il Giorno" e persino una lettera scritta ai dipendenti del Piccolo, dopo le sue dimissioni a fine 1996, in cui li incoraggia a ricordare che "nonostante tutto, il Mondo non finisce qui. Che il Teatro non finisce qui". Gran parte delle lettere pubblicate in questa raccolta sono inedite, e la curatrice Stella Casiraghi le ha raccolte a gruppi che solo parzialmente rispettano un ordine cronologico: molte quelle dirette a Roberto De Monticelli, e poi quelle agli attori come Valentina Cortese o Giulia Lazzarini, quelle già citate alla moglie, ai collaboratori e ai giovani della scuola di teatro. In mezzo, per ricordare le difficoltà di rapporto con Milano, due lettere al Sindaco e alle istituzioni, e in chiusura un piccolo gruppo di lettere indirizzate a Strehler (da Monica Guerritore, Arthur Miller, Ivo Chiesa e altri).
(A.V.)
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