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Lettere. Vol. 1: Libro I - Pietro Aretino - copertina
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Descrizione


Pubblicare un libro di lettere, per di più volgari e «famigliari», era operazione che all’inizio del sec. XVI doveva avere il carattere e la portata di un’impresa. Comportava infatti l’audacia di proporsi a modello di vita, o quantomeno di stile. Non a caso, a impegnarsi furono, nello stesso giro di anni (intorno al 1535-’36) e nello stesso luogo (Venezia), Pietro Bembo e Pietro Aretino, i portavoce riconosciuti della cultura classicistica e di quella ad essa programmaticamente opposta. Aretino ruppe per primo gli indugi, e nel gennaio 1538 dedicava al duca d’Urbino il primo libro delle Lettere, con questo inaugurando un genere e fissandone d’autorità forme e scansioni. Era la conclusione, destinata ad assumere da subito i toni del trionfo, di una vicenda biografica e culturale che nella raccolta, specialmente nella sezione inaugurale, trovava la sua consacrazione piena. Al primo libro, a conferma della bontà del progetto, avrebbero fatto seguito altri cinque, oltre a due di lettere ricevute, tutti più volte ristampati, con aggiunte e varianti. L’opera, che un Aretino ormai pronto a dimettere i panni giovanili dell’eccesso e della provocazione presentò come riprova di una «mutazion dello stile», non è un’autobiografia, tanto e tanto forte è stato il calcolo che ha presieduto alla selezione e al montaggio dei materiali. Eppure, questo non ne inficia l’indiscusso valore documentario. La si può interrogare, a patto di non dimenticare la natura forzosamente di parte della pagine, per avere lumi penetranti sulla politica del tempo, sulla vita artistica e letteraria, sul costume. Oltreché, ovviamente, per seguire passo passo i momenti della vicenda personale di uno scrittore che ha usato il libro di lettere come personalissima «renga» da cui dialogare, come forse nessun altro provato cittadino dell’Italia del tempo, con le corti grandi e piccole, pochissime escluse, dell’intero continente. Il primo libro delle Lettere – qui in una nuova edizione critica, fondata sull’ed. definitiva del 1542 – è accompagnato da un’ampia Introduzione, da una puntuale Nota al testo, da un Glossario e da una nutrita serie di Indici finali: dei destinatari, dei mittenti, degli incipit poetici (il libro comprende infatti anche una trentina di sonetti) e dei nomi.

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Dettagli

1997
1 dicembre 1997
708 p., ill. , Rilegato
9788884022288

Conosci l'autore

Pietro Aretino

1492, Arezzo

Scrittore italiano. Di umili origini, abbandonò giovanissimo la famiglia per l’apprendistato di pittore a Perugia (1506 o 1507). Dopo i primi esercizi poetici di carattere petrarchesco (Opera nova, 1512), si trasferì a Roma nel 1517 e si impose come libellista con le Pasquinate, sonetti satirici che richiamavano nel nome le anonime proteste anticuriali che si usava affiggere sul torso marmoreo del Pasquino presso piazza Navona. Allo stesso periodo appartengono le sue prime commedie, Farza e La cortigiana (1525). Ma quando, nel 1526, illustrò nei Sonetti lussuriosi le incisioni erotiche di M. Raimondi, venne fatto segno di un attentato (ispirato dal datario pontificio G.M. Giberti) e costretto alla fuga. Rifugiatosi presso l’amico e protettore Giovanni dalle...

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