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Anno edizione: 2023
Anno edizione:
Anno edizione: 2024
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Dalla Crisi dei missili di Cuba alla caduta del Muro di Berlino, dalla glasnost al thatcherismo, dall'invasione dell'Iraq alla pandemia da Covid, il protagonista di Lezioni pare fluttuare da un'esperienza alla successiva a motore spento, sospinto dalla sola forza dei venti. Ma strada facendo qualche lezione la impara, se alla fine di tutto può approdare a una nuova curiosità d'amore, portato dalla mano piccola di una bambina in cui depositare una lunga eredità.
«É un romanzo pieno e grande, Lezioni, decisamente imperdibile per tutti noi che ci siamo spesso sentiti “usati” dalle circostanze e incapaci di scegliere e di metterci, davvero e finalmente, al centro della (nostra) Storia.» - Barbara Catalano per Maremosso
«È un romanzo dove la letteratura e la grande maestria di McEwan fanno un passo ulteriore: un libro che è il più complesso e il più appagante tra quelli che ha già scritto.» - Sandro Veronesi per Maremosso
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Letto in inglese. La scrittura di McEwan è sempre piacevole. Trama e caratterizzazione dei personaggi non sono pero' al livello tipico dell'autore a mio avviso
L'autore firma il contratto con l'editore, indi si mette a tavolino e scrive uno schema: ricordi dell'infanzia, abbandono moglie, crescita figlio, morte amica. con allusione parallela ai relativi periodi storici, per dare spessore, visto che l'impianto è decisamente artificioso.... Il libro è il frutto di questo contratto e di questo schema, McEwan è scrittore di successo e bisogna spremerlo finché campa. La parte più convincente è proprio quella della infanzia-adolescenza, con le famose lezioni di piano, poi si arranca annoiandosi a morte fino alla fine tanto attesa.
Forse non avrei dovuto leggere questo libro subito dopo I Detective Selvaggi di Bolaño. Premetto che McEwan è un autore che amo molto e penso che abbia scritto dei capolavori. Ma questo libro... diciamo che il massimo è stato, nel capitolo quando racconta la caduta del muro di Berlino, che sapevo già in anticipo che ci sarebbe stato il colpo di scena alla fine del capitolo. Qualcosa che non dovrebbe succedere mai, secondo me, in un grande romanzo. Ecco, io odio i 'colpi di scena', quelli pensati a tavolino per farti interessare di più alla storia. In generale il personaggio di Alissa mi sembra non riuscito, non sembra la stessa persona nei primi capitoli e quelli in seguito. Il tema dell'abbandono del figlio è trattato in modo troppo indulgente, il dialogo con la ex a Berlino non è credibile. Il racconto della madre di Alissa di quando lei viene a trovarla subito dopo la fuga da casa è debole, una nonna la prima cosa che fa è precipitarsi dal nipotino abbandonato. Anche l'indagine della polizia sulla sparizione della donna sembra forzata. E poi, la puntuale cronaca degli avvenimenti ad ogni passo del tempo diventano man mano molto irritanti, sembrano più una formula che un vero sviluppo della trama. All'ennesimo resoconto sulla pandemia, lockdown, assalto al Campidoglio, ecc, mi è davvero costato finire il libro. Forse la parte più riuscita è quella dell’abuso, la descrizione degli anni di scuola (in questo McEwan è sempre bravissimo), e gli anni della prima infanzia. Ma se prendiamo la scena dell’incontro con la maestra di pianoforte molti anni dopo, nella sua storia c’è un qualcosa di forzato. Nelle ultime pagine, frasi come “e adesso, da Gerusalemme al New Mexico, i muri tornavano a salire. Quante lezioni non imparate" una frase così scontata è indegna di McEwan. Il libro di Bolaño è un viaggio in mille intensissimi mondi diversi, dopo quella lettura McEwan è stata una delusione.
Recensioni
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