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Anno edizione: 2004
Anno edizione: 2004
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Alla libertà dei moderni, distinta da quella degli antichi, secondo la celebre conferenza di Constant del 1819, se ne sarebbe sostituita un'altra, quella dei postmoderni. Da un lato l'incontrastato dominio dell'economia, con il portato di un'estensione progressiva dei rapporti giuridici di proprietà alla generalità dell'esistente e il ritorno dei rapporti servili e di dipendenza personale, e dall'altro la riduzione dei diritti prodotta dall'affermarsi delle politiche della sicurezza e dal divenire della guerra strumento ordinario di governo, rappresenterebbero i nuovi tratti costituivi delle condizioni di libertà nelle società contemporanee. Questa è la tesi di fondo che attraversa i saggi scritti da Marco Bascetta nel corso di un quindicennio e qui riproposti in forma ampliata e con opportuni aggiornamenti. La riflessione di Bascetta si inscrive all'interno delle coordinate concettuali del "Toni Negri pensiero": dall'idea che i conflitti e le lotte costituiscono il motore primo dello sviluppo sociale (autentico assunto fondativo dell'operaismo di Negri e Tronti) alla tesi che il lavoro sia divenuto un "dispositivo di comando" in grado di investire ogni ambito dell'esistenza, alle più recenti analisi del general intellect e della "moltitudine". E di quell'indirizzo teorico riproduce i vizi epistemologici, vale a dire un rapporto con la realtà e con il dato empirico indiretto, sempre mediato dalla concettualizzazione filosofica e a questa subordinato, da cui deriva a tratti l'impressione che i fenomeni reali acquistino sostanza propria soltanto attraverso le idee e le riflessioni dei filosofi.
Alessio Gagliardi
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