Nuova edizione del libro di Lucarelli già edito dai nostri tipi nel 1984 con il titolo I Visconti di Milano e Lucca risorta a stato autonomo. In questo libro l'autore ripercorre e descrive i primi anni del rinascente stato lucchese a seguito della liberazione, da parte dell'imperatore Carlo IV, di liberare Lucca dalla servitù pisana - un'operazione diplomatica e finanziariamente onerosa per i cittadini lucchesi. L'imperatore Carlo IV l'8 aprile 1369 liberò Lucca dalla servitù pisana con un diploma confermato i primi di giugno con una fastosa cerimonia; sulla gradinata della chiesa di S. Michele, il sovrano, assiso in trono, parato in «forma imperiale», era circondato dalla sua corte e dai lucchesi tripudianti. Questo atto imperiale però non aveva cambiato molto lo stato giuridico della città, perché questa, divenuta soggetta «immediate», cioè direttamente all'imperatore, doveva restare sottomessa ad un suo vicario con presidio militare alle dipendenze. Dovette passare ancora quasi un anno, ricco di avvenimenti complessi e spesso negativi per il raggiungimento dell'agognata vera indipendenza, prima che i lucchesi riuscissero ad ottenere lo status di Comune autonomo, conquistato a tappe e dovuto principalmente all'abilità diplomatica e alla tenacia dei cittadini. Bisogna arrivare cioè al 12 marzo 1370 perché questa autonomia venga concessa mediante la trasmissione in perpetuo del titolo di vicari imperiali, cioè di diretti rappresentanti dell'imperatore, al gonfaloniere e agli Anziani di Lucca. Per la liberazione dalla cosiddetta «cattività babilonese» dei pisani, i lucchesi instaurarono la festa della Libertà e in S. Martino fu eretto un altare, sostituito nel sec. XVI con quello del Gianbologna, per rendere grazie al Cristo liberatore. Fu anche aggiunta la parola «Libertas» allo stemma di Lucca, bianco e rosso; così è rimasto fino a oggi...
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