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Catalogo della mostra organizzata in occasione del IV Centenario della Biblioteca ducale e comunale di Urbania in collaborazione con la Biblioteca Alessandrina di Roma, dove è tutt'ora conservato il fondo ducale -- Brossura editoriale con bandelle, 350 pagine con ricco apparato iconografico a colori. Copia in condizioni pari al nuovo di un volume non comune -- La Libraria nuova o Libraria de' Libri stampati lasciata da Francesco Maria II della Rovere ai Chierici minori regolari di Casteldurante/Urbania costituisce il comune riferimento e il sotterraneo legame che collega fra loro due biblioteche lontane e diverse: la Civica, che sarebbe nata ad Urbania dopo l'asporto della biblioteca del duca, e la romana Alessandrina, che, grazie ai volumi durantini poté configurarsi come biblioteca universitaria di prestigio, in grado di rappresentare il sapere dell'epoca nelle sue varie declinazioni disciplinari. Si trattava di una delle raccolte più illustri e ricche del Rinascimento. Iniziata nella seconda metà del Quattrocento da Federico di Montefeltro, primo duca di Urbino, grande bibliofilo e committente di lussuosi manoscritti, la biblioteca aveva continuato ad accrescersi per più di un secolo e mezzo, fino all'epoca dell'ultimo duca che vi aveva profuso fondi ed energie, costituendo a Urbania anche una seconda raccolta in grado di documentare i risultati più aggiornati della ricerca, umanistica, teologica, sperimentale. La Libraria nuova di Urbania, famosissima all'epoca per la sua completezza e armonia, diversamente dalla Libraria vecchia di Urbino, era composta dalle opere più recenti e aggiornate disponibili sul mercato, non solo italiano ma anche straniero, ed era quindi costituita soprattutto da libri a stampa. Alla morte di Francesco Maria, nel 1631, diverse circostanze agevolarono il trasferimento della gran parte del prezioso fondo alla nascente biblioteca Alessandrina
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