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«Le situazioni pericolose, tristi, luttuose mi facevano vibrare come se solo nel dramma la vita si mostrasse davvero: nuda, integra, commovente».
«Daria Bignardi si ferma a riflettere sulla scrittura — la sua, quella degli altri — e su come questa si impasti con il destino. A volte con coincidenze che sembrano magiche, più spesso perché nelle parole degli autori che amiamo troviamo quello che siamo: è un riconoscersi più che un presagio.» – Giulia Zino, Il Corriere della Sera
«Bignardi descrive – alternandolo al racconto attuale di un anno complicato – come la lettura di alcuni libri l’abbia spinta verso riflessioni e curiosità tormentate, e come fasi della vita abbiano relazioni forti con letture diverse.» – Il Post
«I libri sono incontri e, come gli incontri che facciamo nella vita, ci sono incontri che ci fanno bene e incontri che ci fanno male. Naturalmente, quelli che ci fanno male sono quelli che ci aiutano di più a conoscerci e quindi ho pensato che erano quelli i libri di cui volevo parlare.» – Daria Bignardi, intervista per Maremosso
Ciascuno di noi, anche solo per un istante, ha conosciuto l'irresistibile forza di attrazione dell'abisso. Daria Bignardi sa metterla a nudo con sincerità e luminosa ironia, rivelando le contraddizioni della sua e della nostra esistenza, in cui tutto può salvarci e dannarci insieme, da nostra madre a un libro letto per caso. Partendo dalle passioni letterarie che l'hanno formata, con la sua scrittura intelligente e profonda, lieve, Daria Bignardi si confessa in modo intimo – dalle bugie adolescenziali agli amori fatali, fino alle ricorrenti malinconie – narrando l'avventura temeraria e infaticabile di conoscere sé stessi attraverso le proprie zone d'ombra. E scrive un inno all'incontro, perché è questo che cerchiamo febbrilmente tra le pagine dei libri: la scoperta che gli altri sono come noi. Memoir di formazione, breviario di bellezza, spudorato atto di fede verso il potere delle parole, questo libro è un percorso sorprendente e imprevedibile fatto di domande, illuminazioni, segreti, che pungola e lenisce, fa sorridere e commuove. Un viaggio nel quale la vita si manifesta «furiosamente grande».
«Dopo aver letto Il demone meschino di Sologub, a tredici anni, presi della polvere dal Piccolo Chimico, uno dei miei giochi preferiti di bambina, la misi dentro un foglietto di carta velina piegato in quattro e me lo infilai nel portafoglio, per giocare alla droga. Mio padre la trovò qualche anno dopo e la fece analizzare. Distratto com'era, assente com'era, anziano com'era - sono nata che aveva quasi cinquant'anni – a suo modo cercava di tenermi d'occhio. Mia madre era cosí ansiosa che il solo pensiero che potessi cacciarmi nei guai la devastava, perciò lo rimuoveva. Mi proibiva tutto, che è come non proibire niente. Per lei – e quindi anche per me – non c'era scelta: dovevo essere irreprensibile e prudente, se no lei – come minimo – ne sarebbe morta. Diventai l'opposto».
Prendete una bottiglia di vino, sedetevi davanti ad un camino, ed ascoltare Daria Bignardi raccontarvi della sua vita. Questa è la sensazione che ha dato a me. Una lettura sulla sua vita attraverso le sue letture da quando era bambina, ai giorni odierni. Non tra i migliori dell'autrice, ma sicuramente molto intimo.
Per me,, come dicono gli inglesi, è stata una lettura "predictable", cioè si intuisce già in partenza che cosa dirà l'autrice..... Ma chissà perché lo si legge comunque, forse sperando di trovare qualcosa di inatteso.. Lo consiglio solo ai fans dell'autrice, se vogliono sapere della sua vita, perché non dice nulla che già non sappiamo.
Ho preso spunto per le mie letture. L scrittura della Bignardi resta, a mio parere, fantastica
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