Compositore fiammingo. Non si hanno notizie sulla sua formazione musicale e sui primi anni di attività. Fu maestro di cappella a Bergen-op-Zoom, a Ferrara presso la corte di Ercole i d'Este, a Cambrai, Bruges, Anversa, e ancora a Ferrara, dove morì di peste. Fu tra i maggiori rappresentanti della scuola fiamminga nel periodo in cui erano attivi, fra gli altri, J. Desprès e H. Isaac. O. possiede un'inventiva robusta, un gusto marcato per il ritmo e le elaborate combinazioni contrappuntistiche; usa i complessi artifici tipici della sua scuola con perfetta padronanza e grande libertà creativa, mirando a effetti vigorosi piuttosto che a levigate eleganze. La sua produzione (che comprende 27 messe e una trentina di mottetti basati essenzialmente sull'impiego del cantus firmus, e circa 50 composizioni profane) fu molto diffusa fino alla prima metà del sec. xvi; O. Petrucci pubblicò fra l'altro, nel 1503, un intero libro con 5 sue messe intitolato Misse Obrecht. Successivamente, l'emergere di una concezione della musica intimamente legata alla situazioni «espressive» del testo e volta al loro potenziamento rese la sua produzione meno attuale e apprezzata di quella di un Desprès; O. fu considerato (in un senso a torto riduttivo) un tipico esponente della tendenza intellettualistica ed «ermetica» della musica fiamminga del '400.