(Kutna Hora 1919 - Praga 1941) poeta ceco. L’isolamento impostogli dalla sua condizione di ebreo nei primi anni dell’occupazione nazista acuì drammaticamente il senso di solitudine, l’autocoscienza della propria estraneità al mondo che pervadono la sua lirica: Crestomazia primavera (1939, nt), Viaggio verso il gelo (1940, nt), Il pianto di Geremia (1941, nt), Malerba (1941, nt) e le raccolte postume Disvio (nt) ed Elegia (nt). Con una dizione purissima, melodiosa e struggente, O. consegnava a sé stesso, prima che ai lettori, il diario della sua agonia, dei suoi presentimenti di morte, solo a tratti illuminato da vivide accensioni erotiche e da soprassalti di tenerezza per le cose più umili. Destinato al lager, O. morì il giorno del suo ventiduesimo compleanno, sotto le ruote di un’autoambulanza tedesca. Dopo la sua morte sono stati ritrovati tre fitti quaderni (Libro azzurro, 1938-39, nt; Libro zigrinato, 1939-40, nt; Libro rosso, 1940-41, nt), in cui O. annotava versi, note d’arte, osservazioni psicologiche, lettere, commenti agli avvenimenti.