"Regista inglese. La bizzarria e l'eccesso sono i tratti distintivi del suo stile, mentre il modo di dirigere anarchico e teppistico fa sì che i film meno riusciti siano quasi più interessanti dei successi. Dopo aver diretto alcune pellicole di minor interesse conquista la notorietà con Donne in amore (1969), dall'omonimo romanzo di D.H. Lawrence. Il successo gli permette di realizzare una serie di biografie più o meno immaginarie, in cui genio e sregolatezza, bellezza e dannazione si combinano con risultati contrastanti. L'altra faccia dell'amore (1971) racconta gli ultimi anni di C?ajkovskij; La perdizione (1974) parla di G. Mahler in chiave anti-viscontiana, mentre gli eccessivi Lisztomania (1975) e Valentino (1977) creano nuove mitologie dopo aver distrutto l'iconografia classica del musicista e dell'attore. Il suo eclettismo è testimoniato da due film del 1971: I diavoli, arrogante e provocatorio, Il Boy Friend gaio e spensierato musical. Sensibile all'effetto prodotto dalla musica di ogni genere e di ogni periodo, realizza la sua personale versione dell'opera rock composta dai The Who: Tommy (1975), costruito con colori primari e trovate visive imprevedibili e indescrivibili. Il successo di pubblico di Stati di allucinazione (1980), film interessante per l'uso degli effetti ma irritante nel complesso, coincide con il mutare del gusto per la provocazione visiva in manierismo. Seguono alcuni film irrisolti come China Blue (1984) o Gothic (1986). L'onesto, sgradevole ma a tratti commovente ritratto di una prostituta di Whore (Puttana) (1991) sembra promettere una ripresa creativa che è disattesa da Oltre la mente (1995), biografia di Uri Geller che presenta alcune sequenze visivamente geniali ma nel complesso conferma una profonda crisi artistica."