Nathalie Serraute è stata una scrittrice francese di origine russa. In Francia fin dall’infanzia, avvocatessa di professione, esordì nella letteratura con la raccolta di brevi prose Tropismi (Tropismes, 1938): la parola «tropismi», tratta dal linguaggio della biologia vegetale, è riferita a quell’universo di impulsi che spingono un essere a passare in pochissimi istanti da un sentimento al suo contrario. Questi scritti si propongono come «esercizi di critica», nei confronti dei luoghi comuni della narrativa tradizionale, in nome di una rigorosa consapevolezza della scrittura. Nell’opera successiva, il racconto Ritratto d’ignoto (Portrait d’un inconnu, 1949) per la cui ristampa, nel 1957, J.-P. Sartre scrisse una prefazione, S. precisò la natura del proprio rifiuto del realismo e, in generale, di ogni forma di rappresentazione «oggettiva», opponendo agli impianti totali e rassicuranti i movimenti incerti e contraddittori della «sottoconversazione», del monologo ininterrotto e disarticolato. Con la pubblicazione di alcuni saggi sulla tecnica narrativa, raccolti nel volume L’età del sospetto (L’ère du soupçon, 1956), entrò a far parte della cosiddetta école du regard, a fianco di A. Robbe-Grillet, M. Butor, C. Mauriac, pur rivendicando una personale autonomia. Infatti, certamente vicina agli autori del nouveau roman nella critica alla logica del «personaggio», S. ha tentato ipotesi narrative distinte, tese soprattutto a restituire il «flusso senza fine» della vita reale. Nei testi successivi, da Il planetario (Le planetarium, 1959), Il silenzio e la menzogna (Le silence et la mensonge, 1967, nt), Tra la vita e la morte (Entre la vie et la mort, 1968) a ... dicono gli imbecilli (... disent les imbéciles, 1976, nt) e a L’uso della parola (L’usage de la parole, 1980), la sua prosa sembra però scivolare nelle forme tradizionali della satira di costume. S. scrisse anche per il teatro: La menzogna (La mensonge, 1967), Il silenzio (Le silence, 1967), Isma (1975), È bello (C’est beau, 1975), Lei c’è (Elle est là, 1980), Per un sì o per un no (Pour un oui ou pour un non, 1982, nt). Si ricordano ancora, oltre all’autobiografico Infanzia (Enfance, 1982), Tu non ti ami (Tu ne t’aimes pas, 1989), Qui (Ici, 1996, nt) e i 15 microdialoghi di Aprite (Ouvrez, 1997, nt).
Fonte immagine: Copertina del volume Nathalie Serrault di Ann Jefferson, Flammarion