(Sorrento o Salerno 1410 ca - Salerno 1475) narratore italiano. Di nobile famiglia, partecipò alla vita della corte aragonese e fu in relazione con G. Pontano. Dopo il 1463 si stabilì a Salerno come segretario del principe Roberto di Sanseverino. L’unica sua opera è il Novellino, una raccolta di 50 novelle divisa in 5 parti, pubblicata postuma, nel 1476, dal tipografo e scrittore napoletano Francesco Del Tuppo. Ciascuna novella è suddivisa in argomento, esordio (cioè la lettera dedicatoria), narrazione vera e propria e commento finale: impostazione destinata, nel corso del Cinquecento, ad alternarsi alla «cornice» boccaccesca e ad avviare strutture più libere e mosse, in una serie progressiva di varianti che partono da M. Bandello e culminano nelle raccolte secentesche. Rispetto ai modelli del Trecento il Novellino mostra anche una notevole autonomia tematica, movimentando la materia e i toni con abili passaggi dalle scene fosche e tragiche a quelle grottesche, a quelle festose e comiche. Talora l’animus polemico (il feroce anticlericalismo, il misoginismo) è aduggiato da un grave moralismo, cui corrisponde un linguaggio monotono, irto di arcaismi e di non congeniali forme toscane; ma là dove prevale l’invenzione narrativa, lo stile s’impregna di umori bizzarri e popolareschi, colorandosi di vivaci espressioni dialettali che fissano icasticamente personaggi e situazioni.