(Radomsko, Czestochowa, 1921 - Breslavia 2014) poeta e drammaturgo polacco. La guerra, cui partecipò come partigiano, fu da lui vissuta come catastrofe della moralità e come incubo fisiologico. La sua prima raccolta di versi, Inquietudine (1947, nt), esprime lo sbigottimento dell’uomo di fronte alla crudeltà e alla solitudine. Le raccolte, Il guanto rosso (1948), Cinque poemi (1950, nt) e Il tempo che va (1951, nt) riflettono il tentativo di recuperare una dimensione sociale. Il mondo contemporaneo e i suoi problemi sono al centro di Versi e immagini (1952, nt), Pianura (1954, nt), Forme (1958, nt). Nelle raccolte successive - Colloquio con il principe (1960), Il nulla nel mantello di Prospero (1962, nt), Il volto (1964, nt), Diario traumatico (1979, nt) - R. ha espresso in modo sempre più limpido la sua severa ispirazione morale. R. è inoltre autore di notevoli grotteschi teatrali - Cartoteca (1960, nt), Il gruppo di Laocoonte (1961, nt), Spada e spaghetti (1964, nt), La partenza del morto di fame (1976, nt), Nella fossa (1979, nt), Il congedo del digiunatore (1988, nt) - nei quali, sfruttando alcuni elementi del teatro dell’assurdo, intreccia lirismo e satira, naturalismo e parabola - e di opere narrative (Gita al museo, 1966, nt; Bassorilievo, 1991). La partenza della madre (1999) è una riflessione sulla propria vita e sulle vicende del proprio tempo.