(Torino 1850 - Genova 1917) scrittore italiano. Di famiglia aristocratica, dopo la laurea in legge fece carriera nella magistratura militare. Autore di novelle (Le anime semplici, 1886; Le tre pellegrine, 1892) e di versi di intonazione religiosa e morale, ma anche ironici, ricchi di vivace spirito di osservazione e di gusto «scapigliato» (Poesie grigie, 1880; Le pellegrine, 1894; Olympia, 1905), nel suo primo romanzo, La bocca del lupo (1892), si rivelò discepolo di G. Verga, di cui adottò il metodo dell’impersonalità, la struttura narrativa, le formule stilistiche; a ciò Z. aggiunse un sapore linguistico ligure, facendo inoltre trasparire negli episodi patetici la sua fede cattolica. Di tutt’altra natura è L’apostolo (1901), un romanzo ambientato nella Roma di Leone XIII, di uno psicologismo morboso ma di alto valore documentario: è la storia fogazzariana di un giovane aristocratico, il cui cattolicesimo inquieto si scontra con le chiusure dogmatiche delle gerarchie ecclesiastiche.