(Tournus, Saône, 1874 - Ginevra 1936) critico francese. Docente di letteratura francese all’università di Ginevra, fu il saggista di maggior prestigio e più ascoltato nella Francia degli anni Venti e Trenta. La sua riflessione, che dalla filosofia bergsoniana aveva tratto le prime suggestioni, si sviluppò poi lungo direttive del tutto originali. Nell’intento di cogliere le dimensioni più profonde e caratteristiche della composizione letteraria, egli opera «dall’interno» di essa, «sposandone l’ondulazione e il ritmo». T. indagò scrittori contemporanei (La poesia di Stéphane Mallarmé, La poésie de Stéphane Mallarmé, 1912 e 1926; Le idee di Charles Maurras, Les idées de Charles Maurras, 1920; La vita di Maurice Barrès, La vie de Maurice Barrès, 1921; Paul Valéry, 1923) e autori classici (La campagna con Tucidide, La campagne avec Thucydide, 1912; Gustave Flaubert, 1922 e 1935; Stendhal, 1931; Montaigne, postumo, 1962) con lo stesso spirito aperto, capace di ricondurre le analisi particolari a vaste sintesi. Storico della letteratura in cui gli interessi estetici si intrecciavano a istanze filosofiche, morali e politiche, ha lasciato, con l’incompiuta Storia della letteratura francese dal 1789 ai nostri tempi (Histoire de la littérature française de 1789 à nos jours, 1936) un testo per molti versi ancora oggi fondamentale, per la chiarezza del disegno storiografico e la ricchezza delle intuizioni, talora radicalmente innovative, su autori e movimenti.