(Aldwinkle, Northamptonshire, 1631 - Londra 1700) poeta e drammaturgo inglese. Di ricca famiglia di proprietari terrieri, si laureò a Cambridge nel 1654. Ottenuto un incarico nel governo di Cromwell, scrisse in suo onore il suo primo componimento poetico maturo, Stanze eroiche consacrate alla memoria di Sua Altezza (Heroic stanzas consecrated to the memory of His Highness, 1659). L’anno dopo pubblicò Astraea Redux (1660), panegirico della restaurazione di Carlo II, mostrandosi pronto ad adattare le sue convinzioni alla convenienza politica e personale del momento. Divenuto drammaturgo ufficiale della «King’s Company», D. scrisse numerosi drammi di successo, fra cui le tragedie «eroiche» La conquista di Granada (The conquest of Granada, 1668) e Tutto per amore (All for love, 1678), adattamento dell’Antonio e Cleopatra di Shakespeare, e la commedia Matrimonio alla moda (Marriage-à-la-mode, 1672).Agli stessi anni appartengono una serie di poemetti, ai quali, più che al teatro, è legata la fama di D., poiché gli valsero la nomina a poeta laureato (1668). Fra i più noti Annus Mirabilis (1667), panegirico della nazione inglese, Absalom e Achitophel (1681) e La medaglia (The medal, 1682), poemi satirici in difesa della restaurata monarchia e degli ambienti di corte. Del 1682 è anche il poemetto religioso Religio laici, a favore della chiesa anglicana. Esso non impedì a D., all’avvento di Giacomo II (1685), di convertirsi al cattolicesimo e di scrivere il poema allegorico La cerva e la pantera (The hind and the panther, 1687), in cui la chiesa cattolica (la cerva) ha la meglio sull’anglicana (la pantera). Con il trionfo dei whigs, nel 1688, D. cadde in disgrazia e si ridusse in condizioni assai modeste; la sua ultima opera fu una raccolta di Favole (Fables, 1700) comprendente traduzioni di Chaucer, Boccaccio e Ovidio.D. portò alla perfezione la forma metrica del distico eroico, che sarebbe stata ripresa più tardi dal suo grande successore, A. Pope. La poesia di D. è grande non per sensibilità o tensione metaforica, ma per la foga ritmica, il mordente satirico, l’immediatezza e l’aderenza del linguaggio: benché i suoi temi, nei quali prevalgono la difesa dell’autorità e i pericoli del dissenso, abbiano scarso respiro morale e fantastico, essa raggiunge, in alcuni casi, una fusione mirabile di disinvolta eleganza e incisiva potenza drammatica.