(New York 1915 - Roxbury, Conn., 2005) drammaturgo statunitense. Autore politicamente impegnato, ha maturato una visione tragica del rapporto tra privato e sociale, tra moralità individuale e legge, tra colpa e innocenza. Egli s’impose all’attenzione con il romanzo Focus (1945), sul tema dell’antisemitismo; del 1947 è Erano tutti miei figli (All my sons), dramma incentrato sul conflitto padre/figlio che, come in un ricorrente «processo» alla famiglia, caratterizza la prima fase del teatro di M.; del 1949 è il successo internazionale di Morte di un commesso viaggiatore (Death of a salesman), il cui protagonista, Willy Loman, sigilla con la propria morte la fallacia e l’ambiguità del «sogno americano». Seguì, nel 1953, Il crogiuolo (The crucible) che, nella rievocazione dei processi alle streghe di Salem del 1692, trasferisce sul palcoscenico l’isterico clima di sospetti, denunce, menzogne, che la «caccia» anticomunista scatenata da McCarthy aveva creato nell’America del dopoguerra. Culmine di questa fase «sociale» del teatro di M., dominata da modelli naturalistici ed espressionisti, da Ibsen e da O’Neill, è Uno sguardo dal ponte (A view from the bridge, 1955). Protagonista è, come in Morte di un commesso viaggiatore, l’uomo incapace di esprimersi compiutamente nella parola, il cui destino si illumina in un gesto estremo: qui uno scaricatore italoamericano di Brooklyn, che la legge tribale del gruppo condanna a morte. Nel 1956 M. aveva scritto la sceneggiatura per il film Gli spostati (The misfits, 1961, diretto da J. Huston), interpretato da Marilyn Monroe, allora sua moglie. In Dopo la caduta (After the fall, 1964) si volle vedere l’autobiografica proiezione del senso di colpa dell’autore in seguito al divorzio e al suicidio di Marilyn. La riflessione sul tema della complicità e della responsabilità si ripresenta, in chiave storica, nell’immediatamente successivo Incidente a Vichy (Incident at Vichy, 1964), in Il prezzo (The price, 1968) e, in chiave biblica, in La creazione del mondo e altri affari (The creation of the world and other business, 1973, nt), che, ancora una volta, scava alle radici della violenza umana. Nel 1980 con L’orologio americano (The american clock) M. compone, secondo la sua definizione, un «murale», una sorta di affresco della vita americana durante la grande depressione. Nel teledramma Suonando per guadagnare tempo (Playing for time, 1981, nt), derivato dalle memorie dell’ex-cantante Fania Fénelon, deportata ad Auschwitz, l’arte diventa uno strumento, felice e colpevole insieme, di sopravvivenza. Fedele alle origini - al melodramma familiare o sociale, d’impronta realistica - M. ha tuttavia approfondito i suoi temi di fondo, continuando a «rispecchiare» nel suo teatro la vicenda psicologica dell’uomo contemporaneo, nei suoi scarti tra sociale e privato. Tra le ultime opere si ricordano i due atti unici Clara (nt) e Non riesco a ricordare niente (I can’t remember anything, nt), riuniti nel 1987 sotto il titolo Pericolo: memoria! (Danger: memory!), La discesa da Mount Morgan (Ride down Mount Morgan, 1990, sul tema dell’infedeltà coniugale e della bigamia), L’ultimo Yankee (The last yankee, 1991, nt), Vetri rotti (Broken glass, 1994); l’autobiografia Svolte (Timebends, 1987), incentrata sugli anni di vita con Marilyn Monroe.