(Como 1483 - Firenze 1552) erudito italiano. Medico e poeta, dopo aver esercitato la professione a Como e a Milano, viaggiò per l’Europa ed entrò in contatto con famosi personaggi del tempo, raccogliendo un po’ dovunque notizie e documenti. In latino scrisse numerose Vitae di uomini illustri (i Visconti, Alfonso d’Este, Leone X ecc.) pubblicate tra il 1540 e il 1550 ca; gli Elogia clarorum virorum (1546); le Historiae sui temporis (45 libri, 1550-52), che vanno dalla discesa di Carlo VIII in Italia (1494) al 1547. Sono invece in volgare il Comentario de le cose de’ turchi (1535) e il Ragionamento sopra le imprese (postumo, 1560), un arguto trattatello su un genere tipicamente cinquecentesco, appunto le «imprese», ossia le figure con motti degli stemmi nobiliari. Ma la vena più autentica di G., quella del giornalista ante litteram, si rivela soprattutto nelle Lettere volgari, pubblicate postume da L. Domenichi nel 1560: sono una sorta di «corrispondenze» da vari stati italiani, affollate di notizie curiose, fatti d’arme, ritrattini veloci e scene di vita cortigiana.