Peter Brook è stato un regista inglese. Pioniere del teatro sperimentale, prima in Inghilterra e poi a Parigi, si dedica occasionalmente anche al cinema. Esordisce nel 1943 nella regia teatrale con il Doctor Faustus di Marlowe, seguito poi da molti lavori come interprete del teatro di Shakespeare (Pene d'amor perdute, 1946; Re Lear, 1962; La tempesta, 1968; Sogno di una notte di mezza estate, 1970; Antonio e Cleopatra, 1978).
È stato direttore della London's Royal Opera House (1947-50) e dal 1962 della Royal Shakespeare Company, lavorando sia al repertorio tradizionale che ad opere contemporanee e sperimentali, ispirandosi in particolare al "teatro della crudeltà" di Artaud. Nel 1970 ha fondato a Parigi il Centre international de création théâtrale, dove il suo lavoro si è sviluppato in linea con le sperimentazioni di Jerzy Grotowski e del Living Theatre di Julian Beck. Tra le tante messe in secna ricordiamo: Orghast, 1971; Ubu roi, 1977; Mahabharata, 1985; la Tempesta, 1990.
Ha lavorato anche lungamente per il cinema. Dopo un cortometraggio realizzato quando è ancora studente e quando ha già debuttato come regista teatrale, dirige Laurence Olivier in Il masnadiero (1953) che trae dalla Beggar’s Opera di J. Gay. Qualche anno dopo firma la regia di Moderato cantabile (1960), lungo monologo interiore tratto da un romanzo di Marguerite Duras, e di Il signore delle mosche (1963), da William Golding, in cui utilizza attori non professionisti e due camere a mano. In seguito, traspone per lo schermo opere già realizzate a teatro (Marat-Sade, 1967, dal dramma di P. Weiss; Re Lear, 1971; La Tragédie de Carmen, 1983). Ispirandosi al misticismo orientale, realizza quindi Meetings with Remarkable Men (Incontri con uomini notevoli, 1979), dal libro di G.I. Gurdijeff, e Il Mahabharata (1989), versione cinematografica del kolossal teatrale tratto dall’antico poema epico indiano e adattato dallo stesso Brook con J.C. Carrière. In Riccardo III - Un uomo, un re (1996) di Al Pacino, interpreta sé stesso.
Tra i suoi scritti ricordiamo in particolare: Il teatro e il suo spazio (Feltrinelli), Il punto in movimento 1946-1987 (Ubu Libri), Lo spazio vuoto (Bulzoni), Trame. Intenzionalità e progetto nel discorso narrativo e La porta aperta (Einaudi), Dimenticare Shakespeare? (Guida), Vite di Balzac e Lo sguardo realista (Carocci), Il punto in movimento, Il dettaglio è il segreto. Due scritti sull'artigianato teatrale, La qualità del perdono. Riflessioni sul teatro a partire da Shakespeare e Tra due silenzi. Domande e risposte sul teatro (Audino), Insieme a Grotowski (Rueballu).
Stefano Massini ha dichiarato, in occasione della sua scomparsa: «Il teatro di Peter Brook era in fondo questo, un gioco di segni in cui riscoprire chi siamo, cioè creature portatrici di un racconto, della necessità primitiva e imprescindibile del narrarsi agli altri, per salvare noi stessi e loro.»
Fonte immagine: copertina del volume Tra due silenzi. Domande e risposte sul teatro (Dino Audino Editore 2018)