(Reading, Pennsylvania, 1879 - Hartford, Connecticut, 1955) poeta statunitense. La sua poesia (iniziatasi con Harmonium, 1923) chiede all’immaginazione di scoprire la verità non del mondo ma di se stessa, e rivela una frequentazione estremamente sottile della letteratura e delle arti, in particolare del cubismo: L’uomo dalla chitarra blu (The man with the blue guitar, 1937), per esempio, si rifà a un dipinto di Picasso. Del 1935 è la raccolta Principi di ordine (Ideas of order). Nel 1942 vedono la luce il lungo poemetto filosofico Note per una finzione suprema (Notes toward a supreme fiction) e la raccolta Frammenti del mondo (Parts of the world). Nelle opere successive, Passaggio all’estate (Transport to summer) e Aurore d’autunno (The auroras of autumn) si fa largo l’idea di una composizione unitaria, cosmica del reale. Molto materiale è rimasto inedito. All’interno di questi volumi sono da ricordare i poemetti Peter Quince alla spinetta (Peter Quince at the clavier), Mattino domenicale (Sunday morning) e l’epigrammatico L’imperatore del gelato (The emperor of the ice cream). «Poesia dell’atto della mente» è la definizione in verso data da S. del proprio lavoro, e sintetizza appropriatamente una ricerca passata attraverso il simbolismo francese, l’impressionismo e lo sperimentalismo novecentesco. Poesia pura, aliena dalla drammatizzazione altro che intellettuale, affidata spesso alla enunciazione e alla variazione interna, e capace di risolvere totalmente l’oggetto in linguaggio, esorcizzazione verbale del caos, quella di S. si pone, nei limiti della sua straordinaria retorica, ai vertici della sensibilità novecentesca. L’attività saggistica di S. si è espressa compiutamente ne L’angelo necessario (The necessary angel, 1951) e in Opus posthumous (1957).