(Venezia 1509/10 - 71) commediografo e attore italiano. Autore e attore delle sue commedie, raggiunse vasta fama intorno alla metà del secolo, ma nel 1560 si ritirò dalle scene. Compose rime burlesche in dialetto, 4 libri di Piacevoli et ingegnosi discorsi in più lettere compresi, o semplicemente Lettere (editi dal 1547 al 1556), su diversissimi argomenti, dove il dialetto s’unisce di tanto in tanto al maccheronico con esiti sempre piacevoli; le Lettere furono utilizzate a lungo dalla commedia dell’arte come repertorio inesauribile di battute e spunti dialogici. Anche le quattro Egloghe pastorali (1553) si avvalgono della lingua veneziana, ma secondo moduli prettamente letterari. Dove, invece, C. cerca di moltiplicare gli effetti comici con l’assunzione di vari dialetti è nelle commedie (La Spagnolas, 1549; Saltuzza, 1551; Rodiana, 1551; Pozione e Fiorina, 1552; Travaglia, 1556). Quasi tutte rielaborazioni di testi molto noti (da Boccaccio a Machiavelli) stemperati delle punte ideologicamente compromettenti, esse mettono in risalto soprattutto la figura dell’attore e rappresentano il momento di transizione dal teatro rinascimentale alla commedia dell’arte.