"Attrice italiana. Frequentata la Scuola di recitazione Eleonora Duse con S. D’Amico, entra giovanissima nel mondo dello spettacolo e tra il 1929 e il 1932 fa parte della compagnia Vergani-Cimara, diretta da D. Niccodemi; nel 1934 passa alla rivista accanto ai fratelli De Rege, lavorando poi, a partire dal 1941, in una fortunatissima serie di spettacoli con Totò (Orlando curioso; Volumineide; Che ti sei messo in testa?), poi con G. Cervi e C. Ninchi (Cantachiaro, 1944; Soffia, so’, 1946), infine con L. Cimara (Chi è di scena, 1954). Torna al teatro di prosa solo nel 1965, dopo rare presenze (Anna Christie, 1945, di O’Neill), con una meditata e sofferta interpretazione di La lupa da G. Verga, per la regia di F. Zeffirelli, e l’anno dopo come protagonista di Medea di G. Menotti (da J. Anouilh). Esordisce per il grande schermo nel 1935 e si afferma nel decennio successivo in due film di grande successo in coppia con A. Fabrizi (Campo de’ Fiori di M. Bonnard; L’ultima carrozzella di M. Mattòli, entrambi del 1943). Impersonando la popolana Pina in Roma città aperta (1945, Nastro d’argento) di R. Rossellini, rivela – con lucida forza e stupenda sobrietà – le sue straordinarie qualità drammatiche, sostenute da un profondo calore umano e da uno stile di recitazione sicuro, fondato su una commovente quanto sorvegliata “naturalezza”. Riprende quel tipo di donna del popolo, forte, generosa, sincera fino alla sfacciataggine, in altri film variamente importanti (L’onorevole Angelina, 1947, di L. Zampa; L’amore, 1948, di R. Rossellini; Assunta Spina, 1948, di M. Mattòli; Bellissima, 1951, di L. Visconti, dove interpreta una madre che sogna un futuro cinematografico per sua figlia) che la rendono protagonista della rinascita del cinema italiano nel dopoguerra e ai quali si aggiunge La carrozza d’oro (1952, di J. Renoir). Si trasferisce a Hollywood dal 1955 al 1959 lavorando, con confessato disagio, in tre film, uno dei quali (La rosa tatuata, 1955, di D. Mann) le vale un premio Oscar. Tornata in Italia, dà ancora due prove esemplari del suo temperamento drammatico in Nella città dell’inferno (1958) di R. Castellani e in Mamma Roma (1962) di P.P. Pasolini, per rimanere in seguito quasi inattiva fino al clamoroso successo ottenuto nel 1972 in una serie di film televisivi diretti da A. Giannetti, oltre a un brevissimo cammeo in Roma di F. Fellini."