(Chênée, Liegi, 1902 - Bruxelles 1991) critico letterario belga. Insegnò a Edimburgo, Baltimora, Zurigo, prospettando una definizione della pratica letteraria come tentativo di presa di possesso della realtà, individuando nelle categorie di tempo e di spazio il terreno fondamentale dell’analisi critica delle poetiche. Nei suoi Studi sul tempo umano (Etudes sur le temps humain, 1950-64, nt) analizzò gli scrittori più significativi della tradizione letteraria francese, da Montaigne a Valéry, con l’obiettivo di definirne la «distanza» dalla realtà oggettiva. In particolare nell’opera Le metamorfosi del cerchio (Les métamorphoses du cercle, 1961) indagò i vari modi in cui i diversi scrittori «restituiscono» lo spazio. Su questa linea si colloca anche Lo spazio di Proust (L’espace proustien, 1963). Tra le altre sue opere: Tre saggi di mitologia romantica (Trois essais de mythologie romantique, 1966, nt), Misura dell’istante (Mesure de l’instant, 1968, nt), La coscienza critica (La conscience critique, 1971), Poesia esplosa (La poésie éclatée, 1980, nt). Altri numerosi scritti su vari autori sono raccolti nei tre volumi di Il pensiero indeterminato (La pensée indéterminée, 1985, 1987, 1989, nt).