(Parigi 1897-1982) scrittore francese. Con A. Breton fu tra gli iniziatori del surrealismo e tra i fondatori della rivista d’avanguardia «Littérature» (1919). Sono di questo periodo le raccolte di poesie Fuoco di gioia (Feu de joie, 1919) e Moto perpetuo (Le mouvement perpétuel, 1926) e il racconto fantastico Il contadino di Parigi (Le paysan de Paris, 1926). Si staccò poi dal movimento surrealista e aderì al partito comunista (1927). Dopo l’incontro con Elsa Triolet, scrittrice di origine russa e sua futura moglie, e dopo l’esperienza di alcuni soggiorni in Unione Sovietica, pubblicò romanzi di contenuto sociale e storico-politico, da Le campane di Basilea (Les cloches de Bâle, 1934) a Le donne comuniste (Les communistes, 1949-51). Durante l’occupazione tedesca partecipò alla resistenza e svolse nella clandestinità un’intensa attività politica e giornalistica. Le raccolte poetiche di quegli anni, da Crepacuore (Crève-coeur, 1941) a La Diana francese (La Diane française, 1945), sono ispirate a un ardente patriottismo. I temi d’amore prevalgono in quelle successive, da Gli occhi e la memoria (Les yeux et la mémoire, 1954) a Elsa (1959), che fanno parte di un lungo ciclo poetico dedicato alla moglie, preceduto già nel 1942 da Gli occhi d’Elsa (Les yeux d’Elsa) e proseguito ancora nel 1963 con Il folle d’Elsa (Le fou d’Elsa).Nella fase surrealista, la poesia di A. è caratterizzata soprattutto da una duttile immaginazione stilistica. Le stesse doti si ritrovano nelle opere poetiche più tarde, che attuano un sapiente recupero di forme tradizionali come la strofa e la rima. La sua ulteriore produzione di romanziere testimonia di un graduale rinnovamento nelle tecniche narrative e di un parziale distacco dal precedente realismo a stampo sociale: da La settimana santa (La semaine sainte, 1958) a Condanna a morte (La mise à mort, 1965), a Bianca o l’oblio (Blanche ou l’oubli, 1967), fino a Teatro/romanzo (Théatre/roman, 1974) e alla raccolta di racconti Il mentire-vero (Le mentir-vrai, 1980). A., che fu per anni direttore della rivista «Les Lettres françaises», scrisse anche numerosi saggi critici.