Raúl Zurita è un poeta cileno, arrestato, detenuto e torturato dopo il golpe dell’11 settembre 1973. Sopravvissuto a tutto questo, ha incentrato la sua opera sul dramma della dittatura, sul destino di chi è morto e chi è sopravvissuto, trasformando "ogni vittima in un canto di speranza, ogni nome d’amico perduto in nuovo significato, ogni bagno di sangue in una distesa di luce".
Mauricio, Odette, María, Rubén. Sono i loro nomi, ma sono pure / molti di più i loro nomi ….
Le opere Purgatorio (1979), Anteparaíso (1982; ultima versione, 2022), La Vida Nueva (1994; ultima versione, 2018) e Zurita (2011) sono riconosciuti a livello mondiale, come pure i suoi testi En el cielo de Nueva York (1982) e El desierto de Atacama (1993). Ha ricevuto - tra gli altri premi per il suo contributo letterario al mondo latinoamericano -, l’Iberoamericano di Poesia Pablo Neruda in Cile (2016), l’Assan World Prize in India (2018), il Premio Reina Sofía di Poesia Iberoamericana in Spagna (2020), il Federico García Lorca in Spagna (2022). Professore emerito dell’Università Diego Portales e dottore honoris causa dell’Università di Alicante, di Técnica Federico Santa María, Valparaíso e La Frontera di Temuco, nel 2000 riceve il Premio Nazionale di Letteratura del Cile.
Da ricordare anche il suo lavoro di traduzione della Divina Commedia. L'Università Ca' Foscari di Venezia gli ha conferito il Premio Alberto Dubito International alla carriera.