(L’Aquila 1466 - Roma 1500) poeta italiano. Trascorsa l’adolescenza a Napoli (dove fu allievo dei musicisti fiamminghi Wilhelm Guarnier e Josquin Desprès), nel 1484 si recò a Roma e qui diventò noto soprattutto come improvvisatore di strambotti, cantore e suonatore di lira. Successivamente fu a Napoli al servizio di Ferdinando d’Aragona e poi, popolarissimo e quasi conteso dalle corti, a Mantova, a Urbino e a Roma, protetto da Cesare Borgia. Lirico cortigiano di grande talento e di vena eccezionalmente facile, lasciò strambotti, sonetti, egloghe, barzellette e frottole (raccolte per la prima volta nel 1502), in cui, con vivissimo gusto per le arguzie e la concettosità, sviluppò motivi per lo più petrarcheschi. Fu anche autore teatrale e attore; tra il 1495 e il ’97 rappresentò a Mantova l’Atto scenico del Tempo (1495), la farsa Rappresentazione allegorica della Voluttà, Virtù e Fama (1495) e l’Atto scenico dell’Oroscopo (1497). La sua poesia fu largamente imitata in Inghilterra da Wyatt e da Surrey ed esercitò un notevole influsso sull’eufuismo, in particolare su Th. Watson.