"Attore italiano. Premiato interprete (spesso sotto la direzione di C. Cecchi) e regista teatrale, nel 1983 esordisce sul grande schermo in Stangata napoletana - La trastola di V. Caprioli, per dedicarsi poi al cinema con maggiore continuità negli anni '90 con film come Morte di un matematico napoletano (1992) di M. Martone e Pasolini, un delitto italiano (1995) di M.T. Giordana, che gli vale il Sacher d'oro quale miglior attore non protagonista. Figura obliqua e affilata, annovera nella sua nutrita filmografia sia la collaborazione – sempre in ruoli secondari – con autori quali C. Mazzacurati (La lingua del santo, 2000), N. Moretti (La stanza del figlio, 2001; Il caimano, 2006) e G. Piccioni (Luce dei miei occhi, 2001), sia operazioni giovanilistiche (Zora la vampira, 2000 dei Manetti Bros., con il suo Dracula innamorato; Ora o mai più, 2003, di L. Pellegrini). Proprio il ruolo del padre ricorre con una certa frequenza nella sua produzione più recente: si pensi a quello «lontano» di Ora o mai più; a quello apprensivo e in difficoltà nell'adeguarsi alle scelte del figlio di Il partigiano Johnny (2000) di G. Chiesa; ancora, a quello ossessionante nel ricordo per lo Zeno Cosini di Le parole di mio padre (2001) di F. Comencini. Tutti debbono forse qualcosa al padre «metaforico» di Il principe di Homburg (1997) di M. Bellocchio, nel quale B. dà consistenza a un personaggio (l'Elettore) che si inserisce in una galleria di freddi servitori dello stato – dall'oscuro ufficiale di Elvjs & Merilijn (1998) di A. Manni all'«eminenza grigia» di Romanzo criminale (2005) di M. Placido – ai quali sembra di poter assimilare anche il funereo conte Bulla di L'ora di religione di M. Bellocchio (2002), esponente dell'aristocrazia «nera» in fervida attesa di un ritorno della monarchia."