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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2015
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Un libro ricchissimo di testimonianze spontanee immediate, un libro da leggere un poco per volta, non perche' sia di difficile lettura bensi' per il suo contenuto, vieni assorbito completamente dalle parole, le emozioni di questi testimoni sono tangibili ed e' difficile non provare rabbia disprezzo e disgusto nei confronti di questi Paesi che permisero che tutto questo si potesse compiere con estrema facilita' Italia compresa, che fu complice e artefice. Assolutamente consigliato.
Assieme al libro della memoria,e all'album Auschwitz, è un libro che ogni italiano dovrebbe leggere...E' un testo scorrevole,coinvolgente e commovente,pensato anche per coloro che della Shoah non hanno mai letto.Le tantissime testimonianze procedono insieme,corali,e sebbene ogni parola sia una pugnalata al cuore,sarebbe dovere di tutti, giovani,vecchi,alunni insegnanti leggere,perchè non dimenticare non è gesto di carità verso i reduci,ma il cemento di una coscienza collettiva,che è in grado di ribellarsi di fronte all'ingiustia,alla barbarie.
Recensioni
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Frutto di un lavoro certosino, avviato nella prima metà degli anni novanta, quando l'opinione pubblica fu colpita dal risorgente antisemitismo, il libro di Pezzetti è una raccolta delle voci di quanti, tra gli italiani di origine ebraica, furono colpiti dalla deportazione, riuscendo fortunosamente a fare ritorno alle proprie case. Come tale non parla da sé, ma fa parlare un centinaio di sopravvissuti che raccontano non tanto le loro storie, quanto le sensazioni, le idee, le angosce, ma anche le timide e labili speranze che composero l'esperienza quotidiana della sottrazione dalla propria esistenza civile per mano nazista e repubblichina, essendo infine gettati nell'immane carnaio dei campi di concentramento. Il volume, prodotto della ricerca sistematica sui sopravvissuti alla Shoah in Italia, pur non offrendoci nulla di inedito rispetto al già saputo, si offre come una sorta di quadro d'epoca, un mosaico fatto di una miriade di tasselli. Per aiutare il lettore nell'intrico di parole, a volte sussurrate più che dette, le testimonianze, tutte volutamente spezzate, ovvero sezionate, divise e alternate tra di loro, sono state organizzate in alcune stazioni tematiche: il mondo di prima, l'occupazione tedesca, l'esperienza di Auschwitz-Birkenau e degli altri campi, la liberazione e il rientro in patria e, infine, la memoria e il ricorso. Ne emerge un affresco di storia italiana a tutto tondo, più che un'altra storia della deportazione, della quale, a onore del vero, non si sarebbe sentita troppo l'esigenza. Il testo, pur nella sua corposità, può essere utile, oltre che per un'impegnativa e intensa lettura, anche per un oculato uso didattico e per eventuali riduzioni teatrali, oggi gradite a un pubblico che ormai, per evidenti ragioni anagrafiche, di quegli eventi può essere solo "testimone del non provato".
Claudio Vercelli
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