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Ci sono dischi poco conosciuti, di nicchia o dimenticati che meriterrebero di essere riscoperti: un esempio eclatante è questo "Lightning To The Nations", qui riproposto dalla Hear No evil. L'album in questione rappresenta il ponte ideale tra la vecchia scuola hard'n'roll seventies e l'allora nuovo corso caratterizzato da un suono agressivo, epico ed evocativo ovvero l'heavy metal. Non si tratta comunque di un assalto all'arma bianca (che si concretizzerà nel thrash metal) ma di un platter di canzoni varie, nelle tematiche trattate e nel songwriting: "Am I Evil" è ormai un inno disperato alla vendetta e alla redenzione (o alla caduta?) con il suo galoppante refrain, uno stiletto affilato dalla voce mesmerizzante di Sean Harris. "Sucking My Love" racchiude l'impellenza della giovinezza contrapposta ad una più articolata e aristocratica "The Prince". In "It's Electric" la chitarra rincorre le liriche, ora più ritmate, ora più libere e slanciate nel ritornello bruciante elettricità. Anche "Helpless", con la sua frenesia, richiama una volontà indomita e non sporcata del perbenismo commerciale. La title track, invece, farà da raccordo verso un ulteriore aumento di velocità e rabbia (ragionata) che prenderà forma in complessi quali i Metallica e i Megadeth. Mancano da menzionare ancora altre grandi canzoni incluse in questo disco ma lo spazio è troppo esiguo per commentarle tutte senza sminuirle: non si può, però, tralasciare "Shoot Out The Lights" dirompente rock anthem dotato di un coro da stadio degno dei vecchioni del rock'n'roll, un coro alimentato da ispirazione, melodia e istintività. Ingredienti, questi, indispesabili per decretare un capolavoro, tal è questo full-lenght.
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