La logica del desiderio
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31/07/2014 16:55:44
Il libro mi ha rapito per una settimana, buona la descrizione dei personaggi e il loro stato emotivo. Peccato per il finale, non mi è piaciuto per nulla. Sembrava che Aloe avesse fretta di concludere.
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12/12/2013 00:54:36
un Harmony scritto benino, almeno nella prima parte. perchè nella seconda metà del libro sembra proprio che a scrivere sia un'altra mano, più rozza e sconclusionata... complimenti solo all'editore: ha saputo allettare con un risvolto che promette ciò che il romanzo non da.
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03/11/2012 23:12:44
Questo romanzo mi ha un po' deluso. Ma detto così, non significa nulla. Devo spiegare il perché. Sicuramente hanno inciso le grandi aspettative createsi dopo la lettura dell'ultimo scritto di questo autore, letto per primo in ordine di tempo, cioè: "Gli anni di nessuno" (che mi è piaciuto molto di più). Cosa non mi ha convinto? Lo stile narrativo è sempre bello, coinvolgente, elegante, ma qui con qualche limite. La storia non è stravolgente, sicuramente non improponibile.Può, il desiderio avere una logica?. Certamente si.Quello di una buona cena, per l'affamato; di un tetto sotto cui dormire, per un clochard; di un posto di lavoro, per un disoccupato... Quando però, ci si addentra in meandri di carattere sessuale/sentimentale - quelli che l'autore propone - il discorso si fa più complesso. La logica cede, spesso, il passo all'istinto, e può essere quello deteriore. Proprio come in questa storia. Ma, come anticipato, è il raffronto tra le ultime due opere di Aloe che mi ha provocato questa delusione. La crisi esistenziale, l'annientamento mentale che tanto bene caratterizzano un personaggio come il Gambart de "Gli anni di nessuno", scolpendone la drammatica storia, mi appaiono eccessivi nel personaggio di questo romanzo. Stridono, in particolare, certi episodi. Come quello, estremo, che lo vede introdursi nell'abitazione della donna desiderata, per msturbarsii con la biancheria intima di quest'ultima nel suo letto coniugale. Stride, questo comportamento, un po' psicopatico, perché difficilmente compatibile con la lucida razionalità che contraddistingue, per altro verso, il soggetto. Stride, anche, con l'elegante testo che caratterizza il racconto, l'abuso del verbo "scopare" (terribile lo "spazzolare") che sicuramente non scandalizza più nessuno, ma che, alla lunga, infastidisce. Il finale del racconto è di quoelli c.d "aperti", cioè manca. Mi sarebbe piaciuto ci fosse.
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22/05/2012 15:48:24
I personaggi che animano questa narrazione sono carichi di un'umanità spiazzante, mai ovvi, mai banali sempre alla ricerca di un qualcosa che li renda completi, felici anche solo per un istante. L'introspezione psicologica, emotiva, sentimentale trasporta il lettore dentro la storia come un vortice da cui non si riesce più ad uscire fino all'ultima pagina. Solo dopo averlo letto ho scoperto la sua candidatura al premio strega e me ne rallegro, finalmente tra i finalisti un romanzo che oltre a raccontare una storia che lascia stupefatti è scritto veramente bene, con uno stile elegante, puntuale e allo stesso tempo tagliente che non cade mai nella pomposità!
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02/05/2012 16:04:25
Ho scoperto questo libro fra i finalisti del premio Strega... sono stata immediatamente colpita dalla magnifica immagine di copertina e il contenuto non ha deluso le mie aspettative. Imprevedibile, emozionante, coinvolgente e, particolare non da poco, scritto veramente bene. Lo consiglio a tutti!
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15/11/2011 14:10:16
Questa storia è di una lentezza esasperante; quando finalmente prende un po' di vita...il libro è finito. Peccato.
