L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
In questa interessante inchiesta sulla condizione operaia nelle fabbriche del Nord Italia, Loris Campetti indaga le ragioni che hanno portato i lavoratori dell’industria non solo a una indubbia precarietà occupazionale ed economica, ma anche a una marginalizzazione del loro ruolo culturale, sia nella società sia all’interno dei partiti che tradizionalmente li rappresentavano. Campetti ha raccolto decine di testimonianze tra giovani e meno giovani, specializzati e generici, rassegnati o rabbiosi, in stabilimenti in crisi come in aziende modello e competitive, evidenziando come il disagio dei salariati stia aumentando a livello individuale e collettivo. Pur nella differenza dei casi citati, appare simile la situazione economica di tutti gli intervistati: uno stipendio mensile che si aggira dai 1300 ai 1800 euro, un premio di produzione annuale che in genere non supera i 5000 euro, nessuna copertura sanitaria, scarse possibilità di carriera, pressanti richieste di mobilità all’interno dei reparti. Comune è anche la disposizione ideologica, molto critica nei riguardi della politica renziana e del PD, rancorosa verso il jobs act, la riforma Fornero, la cancellazione dell’articolo 18; propensa invece alla novità rappresentata dal M5S, e sensibile all’insofferenza leghista per l’immigrazione. Si avverte tra i lavoratori un’omologazione al pensiero dominante, un individualismo crescente e il venire meno della solidarietà di categoria: il compagno di squadra viene spesso percepito come un minaccioso rivale, l’extracomunitario come un corpo estraneo eccessivamente tutelato. Il sindacato è vissuto in genere come un apparato burocratico indifferente ai reali bisogni degli operai, proiettato invece verso la negoziazione politica e parlamentare, con l’unica eccezione per l’agire concreto e fattivo della Fiom. Il volume si conclude con alcune considerazioni amare e perplesse sul mondo del lavoro così come si presenta oggi, e sulle sue prospettive future.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore