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Ottimo compendio della paesaggistica italiana e internazionale. Ideale per chi si affaccia per la prima volta alla conoscenza e allo studio dei maestri di paesaggistica non molto noti al grande pubblico. Il manuale presenta una sezione dedicata ai progetti e una dedicata alle interviste che descrivono la percezione e l'identità della paesaggistica in Italia.
Grazie all'autore per questo libro che raccoglie descrizioni, immagini ed interviste ai più grandi maestri del paesaggio, importantissimi riferimenti per questa disciplina. Aspetto con impazienza un secondo volume.
E' sempre un'operazione temeraria, soprattutto in àmbito accademico, individuare i “maestri” di una disciplina. Ma Biagio Guccione, che ho voluto come collaboratore nella redazione di uno dei “piani strutturali” più delicati della Toscana, “temerario” nell'affermare le sue convinzioni – anche contro consolidate opinioni – lo è sempre stato. Così, col contributo del MIUR e con i tipi di Edifir, è appena uscito questo utile volume che “scheda” venti paesaggisti, che ricordiamo subito: Jordi Bellmunt, Paolo Bürgi, Fernando Caruncho, Gilles Clément, Michel Corajoud, Michel Desvigne, Michael Lancaster, João Ferreira Nunes, René Pechère, Michael Van Gessel, Gilberto Oneto, Ippolito Pizzetti, Marco Pozzoli; ed “interviste” a Guido Ferrara, Annalisa Maniglio Calcagno, Paolo Pejrone, Andreas O. Kipar, Paolo Villa, Franco Zagari, Mariella Zoppi. Nell'Introduzione al volume, Guccione ricorda che “fra le discipline poco praticate la Paesaggistica è fra quelle emergenti nel panorama professionale del nostro Paese e di tutta Europa”. Ed ancora che occorre “ripensare alle città partendo dagli spazi aperti per 'ricucire' le periferie...”. L'Autore non manca di ricordare, dandone per scontata la conoscenza, i maestri del secolo scorso, padri fondatori della disciplina, quali Pietro Porcinai, Roberto Burle Marx, Geoffrey Jellicoe e Sylvia Crowe. Riassuntivamente, si tratta di un interessante e sistematizzante contributo, in un'area disciplinare borderline, confinante con la cultura dei giardini e dei parchi, nonché col restauro degli stessi. Ma ciò rende ancor più attuale questo studio di Guccione che va a collocarsi nell'àmbito della letteratura del “verde”, meritoriamente accesa diversi decenni or sono da Vittoria Calzolari (Verde per la città, 1961), ripresa da Luigi Zangheri con i suoi numerosi libri sui giardini storici e il mio Guasto e Restauro del Paesaggio (2011).
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