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beh...che dire?a parere mio un libro meraviglioso...adatto a chi non riesce (o non vuole!) capire la matematica...qui è spiegata in modo semplice ed altrettanto divertente!un libro per tutti..non solo per bambini!!!anche se io posso ritenermi tale...
Ormai sono passati un bel pò di anni da quando l'ho letto però lo ricordo ancora benissimo. Mi ricordo che quando andavamo alle elementari ci leggeva qualche pagina alla volta la maestra di matematica, alla fine me l'hanno regalato. a chi piace la matematica piacerà sicuramente questo libro ....
Il libro parla di un bambino di nome Roberto a cui non piace affatto la matematica; tutte le notti sognava di scivolare da un tetto e cadere nella bocca di un pesce, quando però,una bella sera,quando andò a dormire sognò un omino che gli fece apprezzare la matematica e che ogni notte gli insegnava qualcosa di diverso. questo libro, però,non lo consiglio a chi non piace la matematica, ma a chi ne vuole imparare le basi in modo molto semplice e abbastanza coinvolgente. Come storia di sotto fondo, non vi aspettate " chi sa che " se volete qualcosa che non vi lascerà con le mani in mano ( anche se non dovrei in questo spazzio ) vi consiglio le avventure di Harry Potter.
Recensioni
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scheda di Lolli, G., L'Indice 1998, n.10
No, caro Hans Magnus, così non va, e mi dispiace doverlo dire, con tutto il rispetto per l'autore della poesia su Gödel, con l'astuta immagine del Barone di Münchausen che si tira su per i capelli fuori dal fango; con tutto il rispetto per l'autore delle ballate sul progresso di Mausoleum (Einaudi, 1979), con quelle su Leibniz e Turing, questa volta con "Il mago dei numeri" non ci siamo. La colpa non è dei numeri, ma del mago. I numeri sono trattati bene, fanno la loro bella figura; gli argomenti sono ben scelti, con intelligente progressione. Ma il mago che cosa fa? Tutto fuor che il mago. Si limita a comparire e a far lezione, compare sempre allo stesso modo; Roberto si addormenta e sogna, si addormenta e sogna; alla fine della lezione stanco si addormenta (cioè si sveglia, potevi fare almeno una battuta sulla doppia negazione). È una iterazione senza varianti, senza sviluppo.
L'iterazione è parte importante della matematica, e può anche essere proposta in maniera spiritosa; può servire a fare vignette umoristiche, come col carro attrezzi che arriva a soccorrere un carro attrezzi che è arrivato a soccorrere un carro attrezzi...; ma se usata in modo pedestre fa annoiare, e il pericolo già lo corriamo troppo con la matematica. Il lettore si annoia qui non per i numeri, ma per la storia, che è ripetitiva, che non c'è.
È vero che il triangolo di Pascal è una delle più belle e affascinanti illustrazioni della magia della matematica, ma il tuo mago che merito ne ha? Nessuno, si limita a leggerlo. Mi sembra un po' platonista il tuo mago, e se è vero il platonismo i maghi non servono.
Il mago non ha niente di diverso dal professor Mandibola, e non si capisce perché Roberto lo ascolti; anche lui inizia sempre con "oggi parliamo di...", anche lui quando arriva a qualcosa di troppo difficile invita ad accettarla "ex auctoritate"; perché la spiegazione non sarebbe comprensibile (sarebbe faticosa); anche lui sulle dimostrazioni ripete pericolosi e frusti luoghi comuni, come quando presenta (una fotocopia della pagina con) la dimostrazione formale di 1 È 1 = 2 di Russell e afferma che con quella sappiamo 1 È 1 = 2 con maggior precisione ["sic"].
Invece avremmo proprio bisogno di maghi, per rendere allettante la matematica; chi la conosce, o ha la pazienza di andare avanti, lo sappiamo che incontra argomenti e sorprese appassionanti; ma il dramma irrisolto della nostra cultura è come convincere a far questo, come far leggere il triangolo di Pascal o i numeri di Fibonacci, e il tuo mago non ha proprio niente da insegnarci.
Dirai che questi matematici non sono mai contenti: per una volta che un libro sui numeri vende decine di migliaia di copie, invece di rallegrarsi per l'opera di divulgazione che svolgo, mi criticano. Il fatto è che i tuoi acquirenti il libro non lo leggono, perché è troppo noioso; vorrei proprio sapere quanti sono arrivati al problema del commesso viaggiatore. Eppure così va il mondo: prendi un libro di matematica qualsiasi, mettici sopra una copertina con il nome di Enzensberger, e dentro qualche disegno colorato, e sei sicuro che il libro va a ruba. A comprarlo sono gli stessi che amano vantarsi: Oh, io la matematica non l'ho mai capita. Ma che gente siamo? C'è proprio da disperare.
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