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vale la pena solo per scoprire chi è favorito nel tennis, come lo sono gli uomini di colore nell'atletica. Complimenti per l'intuito allo scrittore. Peccato per l'edizione poco curata dall'editore, ma non tutti hanno la fortuna di essere pubblicati da grandi case editrici. Certi privilegi sono solo di pochi a scapito del contenuto dell'opera. L'intreccio del giallo è nella media il resto ormai inimitabile.
una vicenda noiosa, prevedibile, dalla scrittura elementare, che si sofferma su particolari inutili; non crea nessuna empatia con il lettore e la danneggia i molti - troppi - errori di stampa. Le premesse e il titolo facevano 'ben sperare'. Obiettivo mancato. Non è nato un altro D.F. Wallace, mi spiace.
Complimenti ! è un libro appassionante specialmente per chi ama il tennis; ci sono delle descrizioni di alcune sensazioni che provano i tennisti mentre giocano e colpiscono la palla molto ben fatte."Non era una semplice spinta in più o un semplice aumento delle rotazioni, ma ogni colpo e ogni sua variante subirono un cambiamento da poter essere utilizzato in circostanze di gioco diverse: era come se nuove forme di gioco crescessero e si sviluppassero intorno a un semplice innesco, in principio addirittura banale"
Recensioni
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A capo di un’organizzazione che controlla il mondo del tennis Maxime Debugnì vuole realizzare il suo sogno di gloria e di potere: far compiere un grande slam al suo campione, dopo quarant’anni dall’ultimo di Rod Laver. Ci prova utilizzando una strategia sottilissima, (agisce sulle condizioni iniziali sensibili di un tennista, sull’effetto farfalla) strategia che gli ha permesso di controllare giocatori e tornei negli ultimi vent’anni. Non il singolo evento bensì la più redditizia e imponente struttura generale. Ma un ingegnere dalla mente affilata di nome Eduard Galer diviene una minaccia e un ostacolo che si interpone tra lui e i suoi affari. Chi è inoltre e in realtà Ernest Langlei? Un clochard senza più speranze nella vita? Perché getta ombre inquietanti su Maxime Debugnì e porta alla luce un avvenimento che sembra ripetersi e risale a ventiquattro anni prima? Ernest Langlei, Maxime Debugnì e Eduard Galer sembrano avvolti in una spirale fatale, dove l’onestà, il merito, la menzogna, la vedetta, la morte e l’avidità confondono i loro confini. E la verità sembra essere sotto gli occhi di tutti, complessa ma chiara. Ma è solo una verità apparente? Qualcosa sfugge e un pezzo del puzzle non combacia? C’è un ordine nascosto dietro un disordine apparente e il caos non sembra più confuso, ma governato da leggi precise, addirittura semplici, che consentono di fare previsioni, chiarire connessioni, individuare le linee di sviluppo, le forme che si dispiegano. Ma fino a che punto e a che prezzo? Esiste un limite alla conoscenza umana?
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