L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
La ricostruzione documentaria, cronologica, storica, iconologica e iconografica di opere capitali dei due artisti a Napoli il polittico smembrato di Sessa Aurunca e il polittico di Sant'Agostino alla Zecca di Marco Cardisco, la Disputa di Sant'Agostino ora al museo di Capodimonte, e il crocifisso di San Giovanni a Carbonara di Giorgio Vasari , e della trama di relazioni con le relative committenze, rivela caratteri nuovi, poco indagati, della cultura figurativa del Cinquecento italiano. La vicenda critica riferita alla Disputa di Sant'Agostino ["nella quale opera si vede una maniera molto continuata e di trarre al buono delle cose della maniera moderna, e bellissimo e pratico colorito in essa si comprende", ricorda Vasari] consente di apportare ulteriori, significative integrazioni in rapporto al senso globale dell'ancona, ricostruendo virtualmente la macchina d'altare installata nella cornice lignea grandiosa.Regista e ideatore del soggetto dell'apparato è il teologo, e poi generale agostiniano, Girolamo Seripando protagonista del dibattito spirituale a Napoli negli anni della predicazione di Ochino e di Valdés e del governo di don Pedro de Toledo futuro committente anche del crocifisso dipinto da Vasari. L'analisi dei rapporti dell'artista aretino con Girolamo Seripando, sullo sfondo della Roma farnesiana dei primi anni Quaranta del Cinquecento, al tempo in cui il prelato era a Trento, e la riconsiderazione radicale del contesto monumentale cui il dipinto è destinato, portano in secondo piano dimensione sacra e significati penitenziali, per svelare compiutamente il senso globale, culturale e civile, dell'allestimento della cappella sepolcrale di Antonio Seripando, umanista napoletano nella stagione tra Pontano e Sannazzaro, in San Giovanni a Carbonara.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore