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Un libro che, purtroppo, nel finale rivela di non corrispondere ad un’opera compiuta. Un libro del tutto privo d’una qualsivoglia fattispecie di conclusione. La narrazione vuole ancora una volta ricordare i livelli d’inaudito sfruttamento esercitati da individui e compagnie commerciali, amministrativamente dipendenti dalla Corona Britannica, in India; da intendersi come ex rami della vecchia Compagnia delle Indie Orientali. In una narrazione che segue le vicende di protagonisti più o meno verosimili, si descrivono i dettagli che hanno fatto da riferimento al truce mercato dell’oppio, così com’è che si narra dei fenomeni di appropriazione di terre ed immobili posseduti dagli originari notabili del luogo, od ancora su come s’andava trasformando in quel secolo (il 1800) la gestione dello schiavismo sempre più orientato verso un certo tipo di sfruttamento “da esportazione” della manodopera. Alquanto ben descritto anche se, forse, con tanta (troppa) carne messa al fuoco. Insomma, un gran bel “mattone”, dove è tipica di questo autore l’ostinazione a riprodurre parole e frasi provenienti dalle diverse lingue del continente indiano, sì da tradursi in un esercizio di stucchevole prolungamento delle pagine stampate. Sempre belli i libri di Amitav Ghosh ma, in parte, anche piuttosto leziosi… tanto da rasentare a tratti la noia. C. Matar
E' un testo ricco di avventura e storia, dove le vicende umane di tutta una miriade di personaggi che l'autore tratteggia in modo mirabile, si intrecciano con la grande storia del diciannovesimo secolo, così come si è svolta nell'Asia meridionale e orientale. Un veliero: l'Ibis; una merce: l'oppio; l'India con i suoi abitanti indigeni e i suoi colonizzatori; uomini e donne di grande dignità e coraggio opposti ad altri, ricettacolo degli istinti più bassi. Un linguaggio colorito e fedele a quello dei marinai che solcovano i mari e gli oceani tra India e Cina. Questi i temi caratterizzanti questo primo tomo della trilogia scritta da Amitav Ghosh che, ancora una volta, dopo il mirabile: "Lo schiavo del manoscritto", riesce a darci un vivido spaccato su una fase molto significativa dei rapporti tra occidente e oriente.
Primo romanzo della trilogia dell’Ibis; ricco di personaggi, di situazioni, un po’ difficile da seguire. Finale sospeso. Discreto nel complesso.
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