Mat e Famat, primo disco del secondo decennio di attività e quinto di inediti. Quattordici canzoni che, sia per le musiche che per i testi, sono già state definite come la miglior opera dell’affermata band lombarda capitanata da Dario Canossi. Letteralmente "matto e affamato", è senza dubbio il disco della maturità, in cui i Luf alternano brani allegri e spensierati a canzoni con testi di grande poesia; il dialetto e l’italiano si rubano la scena senza mai perdere di vista il senso della canzone. Mat e Famat è la goliardica maturità dei Luf, coerenti con se stessi ma mai ripetitivi, allegri ma mai sguaiati, seri ma mai pedanti. Ancora una volta l’impegno sociale e il puro divertimento si mescolano per ottenere canzoni che vanno oltre lo spirito folk-rock fine a se stesso e colpiscono per la capacità di trattare tematiche spesso dure, senza creare tristezza ma cercando di stemperare la malinconia in serenità ed allegria. In questo ultimo cd, il dialetto continua a essere protagonista, con un Dario Canossi interprete che ancora una volta riesce a trasmettere la semplicità di storie originali, provinciali, con un linguaggio universale che partendo dalla Valcamonica arriva all’america di Springsteen. In Mat e famat i suoni di chitarre, fisarmonica, violino, flauti, banjo e cornamuse discutono animatamente con quelli degli strumenti più moderni come basso, batteria, percussioni, regalando all’ascoltatore una nuova dimensione musicale, che raramente si ascolta in Italia e che tanto successo sta riscontrando in tutto il mondo. Il nuovo disco dei Luf ha i piedi saldamente piantati in Valcamonica ma un respiro profondo che va ben oltre i confini nazionali.Anche questa volta, I Luf hanno voluto impreziosire il loro disco con ospiti “illustri”: la voce di Cerno dei Vad Vuc nel brano “Quando la notte piange”, la grinta di Daniele Ronda nel brano “Trebisonda” e l’arpa celtica di Vincenzo Zitello ad accompagnare la straziante storia partigiana “Giuda Della Neve”. Infine la maestria di Lorenzo Cazzaniga, tra i migliori tecnici del suono a livello internazionale, ha saputo fare di questo disco un piccolo miracolo.
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