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scheda di Cesareo, F., L'Indice 1992, n. 6
Il problema della ricezione dell'opera weberiana ha suscitato in questi ultimi anni un interesse sempre più intenso, diventando uno dei temi prediletti di quella che ormai in molti definiscono come una nuova "Max Weber-Renaissance" (si confrontino in proposito "Max Weber heute", a cura di J.Weiss, Suhrkamp Frankfurt am Main 1989 e W. J.Mommsen, "The Political and Social Thought of Max Weber", Polity Press, Cambridge 1989). Assieme al più noto "The Structure of Social Action* di Talcott Parsons (1937) il Max Weber di Gerth e di Wright Mills - apparso nella seconda metà degli anni quaranta come introduzione alla raccolta antologica "From Max Weber: Essays in Sociology" (Oxford University Press, New York 1946) - è uno dei documenti più significativi della straordinaria "fortuna" che fu riservata all'opera di Weber negli Stati Uniti. Costruito su una precisa "strategia biografica" diretta a seguire "dall'interno"- come scrive Di Giorgi nel suo ampio saggio introduttivo - lo sviluppo di un sistema complesso di categorie sociologiche e politiche, il testo di Gerth e Mills affronta quasi tutti i principali nodi teorici e scientifici della riflessione weberiana suggerendo un'ipotesi interpretativa di grande interesse, che è stata aspramente contestata tra la fine degli anni cinquanta e il principio degli anni sessanta nella Repubblica Federale Tedesca: l'ipotesi di un saldo ancoramento dell'opera di Weber alla tradizione illuministica e liberale, e di una sua ispirazione schiettamente "americana" .
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