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A cura di Marco Albertario e Susanna Borlandelli. L'ingresso di Bonaparte a Novara, la mattina del 31 maggio 1800, si pone significativamente tra due eventi chiave della seconda campagna d'Italia, largamente trattati dall'iconografia napoleonica: il passaggio dal Gran San Bernardo e la battaglia di Marengo. Proprio nelle sale dello storico palazzo Bellini, dove è ospitato il giovane generale, la storiografia novarese vuole tradizionalmente ambientata l'intuizione della geniale strategia e la predisposizione dei preparativi per la battaglia di Marengo che consacra definitivamente il suo mito. è l'inizio di una nuova epoca anche per Novara. Alcuni nomi noti nella storia del collezionismo novarese coltivano la memoria di Napoleone collezionando iconografie, cimeli e materiali che ne rievocano il mito e la. In tempi diversi e secondo differenti modalità alcuni di queste iconografie napoleoniche sono infine pervenute alle collezioni pubbliche novaresi. Appartengono a donazioni e lasciti fra cui si distinguono quelli di alcuni tra i protagonisti della cultura e della politica della Novara di secondo Ottocento: Pietro Negri (1827-1862), Pietro Caire (1809-1884), Prospero Bollini (1793-1872), i fratelli Giovanni (1811-1867) e Giuseppe (1822-1888) Pampuri, ma anche figure femminili più recenti su cui convergono ampie tradizioni di collezionismo famigliare, quali Giuseppina Faa Negretti e Alessandra Salvaneschi Rognoni.
Ecco il ricco contesto in cui si colloca l'ampio e documentato volume La memoria di Napoleone. Storia e collezionismo nella Novara dell'Ottocento, a cura di Marco Albertario e Susanna Borlandelli, che riserva a studiosi e appassionati molte sorprese e scoperte.
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