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Memorie, autobiografie, diari: tre generi diversi, e per certi versi squisitamente moderni, che viene naturale accostare non solo perché riconducono a una possibile coincidenza tra la biografia e l'opera, ma anche perché mettono in gioco le problematiche dell'identità e del doppio, della menzogna e dello svelamento, dell'omissione e della sovrabbondanza, e più in generale la complessa dialettica che lega la vita all'arte e l'arte alla vita. Non sarà dunque un caso che la MOD che ha come obiettivo lo studio del periodo storico-letterario che prende avvio con la crisi dell'illuminismo per arrivare al centro della nostra più immediata contemporaneità abbia deciso di dedicare uno dei suoi congressi annuali allo studio di quelle scritture che, proponendo un diverso patto narrativo con il lettore, non dimenticano, anzi esaltano, quanto di più privato e di autentico (e al tempo stesso di più contraffatto) si cela nel rapporto tra esistenza e scrittura. Nell'offrire il volume che raccoglie gli atti delle giornate di studio abbiamo ritenuto opportuno: disporre diacronicamente un percorso che dalla Vita di Alfieri, attraverso la vocalità dell'idillio leopardiano, i taccuini dannunziani, la metafisica dell'autobiografismo vociano, le testimonianze dal fronte di Gadda, le scritture della resistenza, dell'impegno e della protesta, giunge fino alla confessione mitica e 'tragica' di Pavese; e al tempo stesso disegnare per tappe diverse una mappa (Le scritture diaristiche; Scrivere la guerra. Dalla prigionia all'impegno; Fuori di casa; La vita in scena; Autoritratti a richiesta; Raccontarsi per lettera; Tracce di autobiografia) con la quale orientarsi tra le molteplici forme della scrittura dell'io. Dall'insieme dei contributi raccolti emerge tutta la complessità e la varietà della scrittura lato sensu autobiografica, la sua componente altamente riflessiva e metaletteraria, la sua ambiguità finzionale, la difficoltà a sottomettersi al canone e al criterio valutativo che gli è in qualche modo sotteso. Questo non toglie naturalmente che la maggior parte dei contributi metta in gioco, oltre allo sfondo (storico-politico-culturale), le figure: ovvero opere capitali che dialogano con i testi del passato e del presente, rispondendo alle strategie e ai quesiti della più avvertita teoria e i grandi autori sui quali si è fondata e si fonda la nostra modernità letteraria.
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